«La lista delle ragioni che spingono a convocare questo sciopero generale si allunga ogni giorno, dall’ennesima strage sul lavoro di Calenzano alla ennesima precettazione antisciopero di Salvini». È così che l’Unione Sindacale di Base (Usb) presenta lo sciopero generale previsto per domani, venerdì 13 dicembre. Una mobilitazione che vedrà coinvolte anche realtà sociali e politiche al fianco del sindacato di base. «Le scelte che questo governo sta realizzando hanno delle ricadute pesanti non solo sulle condizioni di lavoro ma anche sulle condizioni di vita, sul sistema dei servizi e più in generale sulle libertà democratiche e sul rischio sempre più concreto di vederci coinvolti in una pericolosissima spirale di guerra», sottolinea Usb.

Venerdì 13 dicembre lo sciopero generale di Usb

Le manifestazioni dello sciopero generale proclamato da Usb saranno due, una a Roma e una a Milano. Da Bologna e dall’Emilia Romagna sono stati organizzati pullman, ma lo sciopero è stato anticipato anche da un’assemblea che si è svolta ieri in via dello Scalo, a cui hanno preso parte anche realtà sociali e politiche.
«C’è un disegno generale che il governo Meloni sta portando avanti che concentra le risorse per l’economia di guerra, aumenta le disuguaglianze sociali e ci trascina verso l’abisso di una nuova guerra mondiale – spiega ancora il sindacato di base – Non c’è un solo ambito della vita sociale, politica e culturale del Paese che non sia sotto attacco, dalla scuola alla sanità, dall’ambiente alla sfera dei diritti civili, dall’accoglienza alla restrizione degli spazi di democrazia. E sul piano economico e del lavoro c’è una scelta netta dalla parte delle banche e delle grandi imprese, una politica economica che asseconda la deindustrializzazione e ci condanna alla turistificazione della penisola».

E ancora: la questione della crisi climatica, le pensioni da fame che spetteranno a lavoratrici e lavoratori in futuro, la cancellazione di diritti fondamentali come quello di curarsi o di avere un alloggio dignitoso, ma anche l’imposizione di una cultura che, secondo Usb, colpisce i diritti degli ultimi e alimenta la guerra ai poveri.
Luigi Marinelli di Usb Bologna sintetizza in tre punti le ragioni della protesta: la questione salariale, la legge di Bilancio e la repressione rispetto al diritto di sciopero e di manifestazione.
Su quest’ultimo punto in particolare, il sindacato di base ha affermato ieri a livello nazionale di non voler rispettare la precettazione del ministro Matteo Salvini, che ha ridotto lo sciopero nei trasporti da 8 a 4 ore.

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