Gravemente affetto da epatite c e cirrosi epatica, contagioso, eppure trattenuto in carcere e morto a Poggioreale l’8 novembre scorso. È la storia di Federico Perna, per cui ora la madre chiede verità e giustizia.
L’8 novembre scorso moriva nel carcere di Poggioreale, a Napoli, Federico Perna, un uomo che stava scontando 8 anni di carcere per una somma di reati connessi alla tossicodipendenza.
La notizia si è appresa con ritardo, così come una prima perizia effettuata sulla morte dell’uomo. Elementi che hanno sollevato i dubbi nella madre, che ora chiede di conoscere la verità ed avere giustizia per la morte del figlio, gravemente malato di epatite c e cirrosi epatica.
“Per il momento, dalla documentazione clinica risulta un evidente stato patologico altamente compromesso – spiega ai nostri microfoni il legale della famiglia Perna, Camillo Autieri – Era affetto da epatite c e da cirrosi epatica, patologie che lo rendevano incompatibile con il carcere e la cella comune e per le quali avrebbe dovuto essere trasmesso in ospedale”. Patologie altamente contagiose, che ora l’avvocato spera non siano state contratte dagli altri 10 compagni di cella.
Patologie certificate sia dall’amministrazione carceraria, sia da strutture esterne. “Nel giugno e nel settembre del 2012 le patologie furono riscontrate a Viterbo e Secondigliano – racconta l’avvocato – e ci furono anche perizie esterne che ne dichiavano l’incompatibilità con il carcere, anche per la sue condizioni psichiatriche“.
Alcune testimonianze riportano poi che l’uomo, nella settimana precedente alla morte, tossisse sangue e già da un anno lamentava forti dolori addominali, senza che gli fossero state prestate le cure adeguate.
La famiglia, ora, chiede giustizia e verità, dal momento che oggi esistono versioni contrastanti. “Qualora dall’esame autoptico si confermasse che la morte sia avvenuta per la mancanza di cure – fa sapere l’avvocato – e qualora si individuassero responsabilità delle istituzioni, la famiglia procederà con un’azione legale”.