Legambiente non si arrende alla decisione della Regione Emilia-Romagna, che ha esteso la vita della discarica di Castel Maggiore e, in questo modo, ostacolato il progretto civico di realizzazione di un parco fotovoltaico per servire 1700 famiglie con energia pulita. L’associazione ambientalista fa sapere che nei prossimi giorni vuole coinvolgere la sindaca del Comune di Castel Maggiore e Asa, la società che gestisce l’impianto, per riproporre il progetto nel lotto esaurito, che ormai non riceve più rifiuti.

Discarica Castel Maggiore, le critiche e la contro-proposta di Legambiente

La discarica di Castel Maggiore doveva essere chiusa nel 2013. Ciò non è avvenuto e i cittadini che abitano nelle vicinanze hanno assistito al susseguirsi di proroghe e ridefinizioni del profilo del sito che di fatto hanno permesso alla discarica di crescere sino a diventare una montagna alta come un palazzo di otto piani.
La mobilitazione dal basso aveva persuaso l’Amministrazione comunale, inizialmente favorevole all’allargamento della discarica, a recepire le istanze dei cittadini e a presentare richieste presso la conferenza dei servizi.

Tutto inutile, come ha sottolineato ai nostri microfoni Luca Girotti del Circolo Legambiente Pianura Nord Bologna, perché la Giunta regionale, attraverso una nuova delibera, ha autorizzato un incremento dei volumi addirittura superiore a quello richiesto dal gestore della discarica (470.000 tonnellate di rifiuti in tre anni a fronte dei 420mila richiesti) e un’estensione dei termini temporali che arriva al 2024.
Tutto ciò senza reali necessità provenienti dal territorio, dal momento che il 30-40% dei rifiuti che arrivano a Castel Maggiore provengono da altre regioni. Non solo: le scorie dell’inceneritore del Frullo, anziché essere riciclate come avviene per gli altri impianti dell’Emilia-Romagna, vengono smaltite in discarica «unicamente per motivi di natura economica», sottolinea Legambiente.

Ciò che è peggio, però, è che la delibera regionale azzera l’idea elaborata dall’associazione ambientalista grazie alla partecipazione dei cittadini ad un crowdfunding, che era sfociato in un progetto per la realizzazione di un parco fotovoltaico proprio sopra la discarica stessa. «Mentre sulla carta la Regione dice di voler semplificare la realizzazione di impianti fotovoltaici su aree dismesse e discariche – sottolinea Legambiente – nei fatti continua a perpetuare decisioni che favoriscono gli stessi modelli economici che hanno determinato l’attuale drammatica emergenza climatica ed ambientale».

L’associazione ambientalista, però, non demorde. «Nei prossimi giorni cercheremo di incontrarci con l’Amministrazione di Castel Maggiore – riporta Girotti – perché vogliamo aprire un tavolo con la società che gestisce la discarica per vedere se è possibile nel lotto dove è presente la discarica esaurita recepire la proposta del parco fotovoltaico. Tra l’altro è in corso di approvazione la nuova legge che riguarda le comunità solari e il parco sarebbe un bel modo per uscire da questa triste vicenda coinvolgendo i cittadini nella produzione di energia rinnovabile».

ASCOLTA L’INTERVISTA A LUCA GIROTTI: