Emily Clancy, consigliera comunale di Coalizione Civica, ha scelto la vigilia di Pasqua, giorno di passione per la tradizione cattolica, per togliersi qualche sassolino dalla scarpa ed esplicitare la posizione della lista di sinistra in vista delle elezioni comunali del prossimo autunno. E lo ha fatto per criticare il «dibattito sterile» e lo «scontro tra fazioni del Pd», ma anche per precisare che non ci sta a fare da «quota rosa o copertura a sinistra alle primarie». In particolare, Clancy indica nel programma elettorale e nella discontinuità con alcune politiche dell’attuale amministrazione la condizione per un’alleanza e sottolinea che la presenza di forze moderate nel centrosinistra non rappresenterebbe una garanzia.
Comunali, la posizione di Coalizione Civica ed Emily Clancy
Il discorso di Clancy, affidato ad un video su Facebook, parte dalle notizie e dalle speculazioni apparse sulla stampa e sui social negli ultimi tempi. «È stato detto che mi candido alle primarie, non mi candido alle primarie, la mia possibilità di diventare sindaca è una favoletta, la mia candidatura metterebbe in difficoltà un candidato o ne favorirebbe un altro», osserva la consigliera comunale di Coalizione civica, manifestando disagio per un dibattito che reputa sterile e che è tutto incentrato «sul chi e sul come e mai sul che cosa».
E interviene sulle stesse primarie, considerate «uno strumento utile a date circostanze, non un punto di arrivo. E senza una base concreta e condivisa, non è neanche un punto di partenza».
In particolare, Clancy non ci sta a farsi strumentalizzare: «non si pensi di poter incasellare una mia possibile partecipazione come quota rosa o copertura a sinistra di un centrosinistra la cui agenda di sinistra non ha nulla. Non mi presterò mai né al pink né al left washing».
Secondo la consigliera, sotto le Due torri esiste «il potenziale e la maturità politica perché Bologna, in controtendenza con il Governo nazionale e molte altre realtà locali, esca convintamente a sinistra da questa crisi» causata dalla pandemia. E insiste: «A sinistra si vince, ma non a tutti i costi e certo non a prescindere dai contenuti». Quindi, avverte, “a chi sogna la coalizione larga che tiene dentro tutto e il suo contrario, esigiamo una coalizione che funzioni e che abbia l’ambizione di cambiare la città”.
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Il discorso di Clancy si concentra anche su temi concreti e sulla possibilità o meno di realizzarli con una coalizione che tenga dentro anche forze moderate: «che credibilità avrebbe lanciare battaglie sulla conversione ecologica insieme a Bologna civica? O parlare di sicurezza intendendo la sostituzione securitaria di spazi sociali con presidi di polizia. O come potremmo schierarci al fianco di chi concepisce l’urbanistica come un terreno di nuove speculazioni».
«Io sono contenta che anche nel Pd ci sia che si dice pronto a mettere in discussione le politiche urbanistiche di questa amministrazione o che abbia recepito la nostra proposta di neutralità delle emissioni al 2030 – afferma Clancy – ma non basta, perché una politica alta è fatta di scelte coraggiose non di cerchiobottismo. Non è credibile parlare di diminuzione delle emissioni da un lato e al contempo ragionare dell’allargamento di tangenziale e autostrada”.
L’esponente di Coalizione Civica lancia dunque l’invito a partecipare «alla prossima assemblea pubblica di Coalizione civica, aperta alla città». Per uscire dalla pandemia «dobbiamo immaginare una Bologna solidale, ecologista, e femminista». Per Coalizione civica, rinforza il concetto Clancy, «esattamente come cinque anni fa, contano le battaglie che si fanno. E solo dopo chi le rappresenta. La nostra precondizione è che si discuta della città con la città, consultando le sue molte reti prima e non alle porte o ancor peggio solo durante una campagna elettorale. Ne va di mezzo la credibilità dell’azione politica ed è un lusso che nessuno si può più permettere», conclude Clancy.