La rubrica del nostro Ibrahim Traore per conoscere la situazione nei Paesi africani da cui fuggono i migranti giunti in Europa ci porta in Burkina Faso. Il Paese ha un record di colpi di Stato e deve fronteggiare la minaccia terroristica di gruppi legati ad Al Qaeda ed altri jihadisti.

Situazione Burkina Faso: ce ne parla Ibrahim Traorè

Il Burkina Faso, in precedenza Repubblica dell’Alto Volta, è uno stato dell’Africa occidentale privo di sbocchi sul mare e confinante con il Mali a nord, il Niger a est, il Benin a sud-est, il Togo e il Ghana a sud e la Costa d’Avorio a sud-ovest. La sua capitale è Ouagadougou e i suoi abitanti si chiamano burkinabé.
Dapprima colonia, ottenne l’indipendenza dalla Francia nel 1960 e divenne Repubblica dell’Alto Volta. Il nome attuale, Burkina Faso, fu istituito il 4 agosto 1984 dal presidente rivoluzionario Thomas Sankara, e significa “la terra degli uomini integri” in more e in bambara, parlate rispettivamente dall’etnia mossi e dall’etnia dioula.

Il primo presidente della Repubblica di Alto-Volta è Maurice Yaméogo, dell’etnia mossi che riunisce più del 50 % della popolazione. Il 4 gennaio 1966, il tenente-colonnello Aboubacar Sangoulé Lamizana, dell’etnia samo, lo sostituisce al potere. Il 25 novembre 1980, un colpo di stato militare porta il colonnello Saye Zerbo al potere. Questo è rovesciato nel 1982 da un altro colpo di stato militare che pone il medico comandando Jean-Baptiste Ouédraogo alla testa dello stato ed il capitano Thomas Sankara, dell’etnia peul e mossi, alla testa del governo. Questo primo entra in conflitto con Sankara e lo destituisce da Primo ministro in maggio 1983.

Tre mesi più tardi, il 4 agosto 1983, Thomas Sankara effettua un nuovo golpe ed instaura il Consiglio nazionale della rivoluzione (Cnr, di orientamento marxista,). Il 4 agosto 1984, il presidente Sankara ribattezza il suo paese Burkina Faso. Il capitano Blaise Compaoré (mossi) prende il potere il 15 ottobre 1987 grazie ad un colpo di stato e durante questi avvenimenti, avrebbe fatto assassinare il suo predecessore Thomas Sankara.
Una nuova costituzione è adottata con un referendum ed il 1 dicembre 1991, Blaise Compaoré viene eletto Presidente della Repubblica, con una votazione il cui tasso di astensione è del 74%. Successivamente viene rieletto nel 1998, 2005 ed in 2010.

Il 30 ottobre 2014, Blaise Compaoré affronta una sollevazione popolare contro il suo progetto di modifica dell’articolo 37 della legge fondamentale che limita il numero di vaglia presidenziali.  In seguito alle sommosse, Blaise Compaoré lascia il potere.
Il 17 novembre 2014, il diplomatico Michel Kafando diventa presidente di transizione. Designa Isaac Zida come Primo ministro. Il 17 settembre 2015, i militari del Reggimento di Sicurezza Presidenziale (RSP) con in testa Gilbert Diendéré, vecchio capo di Stato Maggiore particolare dell’ex presidente Blaise Compaoré, trattengono in ostaggio il presidente ed il Primo Ministro ed annunciano lo scioglimento del governo transitorio. Il 23 settembre 2015, il presidente della transizione, attraverso un discorso alla nazione, annuncia la fine del colpo di stato e riprende il suo posto.
Il 30 novembre 2015, in seguito all’elezione presidenziale e legislativa, Roch Marc Christian Kaboré (MPP) è eletto al primo turno presidente del Burkina Faso con 53,49 % delle voci.

Dopo tutti questi colpi di stato a ripetizione, il Burkina Faso rinasce con la democrazia, ma si trova a confrontarsi con una forte minaccia terroristica dal nord del paese e coi recenti attacchi che hanno avuto luogo nella capitale ad Ouagadougou.
In occasione della fine di manovre ed esercizi militari denominati ” Flintlock”, che ha permesso delle centinaia del militari burkinabè di beneficiare di una formazione in lotta contro il terrorismo, il capo di Stato Maggiore generale degli eserciti, il generale Oumarou Sadou, aveva dichiarato che non bastava dispiegare tutti i soldati burkinabè al nord per fronteggiare la minaccia terroristica, e che bisognava pensare alle altre regioni del paese.

Un argomento ancora cocente riguarda la morte di Thomas Sankara. Il 18 marzo 2017, Pouria Amirshahi, deputato PS che rappresenta i francesi, ha inviato una lettera al presidente francese, François Hollande affinché apra gli archivi francesi. Una domanda già espressa dal giudice istruttore burkinabè che indaga sulla morte di Thomas Sankara nel 1987.

Ibrahim Traore