Ravenna lo sappiamo è la città dei mosaici, essi infatti si possono trovare in tutta la città e sono centinaia di anni che stregano persone da tutto il mondo, come successe a Marc Chagall, artista russo al quale è dedicata la nuova mostra del MAR, dal 18 ottobre aperta al pubblico.

Una collaborazione eccezionale

Dal 18 ottobre quindi si inaugura la mostra “Chagall in mosaico, dal progetto all’opera” ponendosi così come apriporte per la biennale del mosaico moderno di Ravenna, che per i prossimi mesi movimenterà le sale espositive ravennati, con installazioni, mostre ed eventi. Ma non solo collaborazioni cittadine e regionali, in quanto questa mostra è infatti una coproduzione tra MAR, GrandPalaisRmn e il Musée national Marc Chagall, di Nizza, avvalendosi anche della collaborazione con Archives & Catalogue raisonné Marc Chagal, garantendo così un’ esperienza, unica e completa, frutto dello sforzo combinato di diverse realtà, italiane e francesi. La collaborazione e il tema del viaggio, della scoperta, è qualcosa di estremamente percepibile in sede esplorativa, in quanto uno dei principali punti di di interesse della mostra è lo studio progettuale per “le coq bleu” primo mosaico di Chagall, realizzato in due versioni da due grandi mosaicisti ravennati, Romolo Papa e Antonio rocchi, sulla base del bozzetto realizzato dall’artista. Non solo saranno esposte per la prima volta insieme, rendendo così possibile osservare progetto e opera allo stesso momento, ma sarà dedicato anche uno spazio di approfondimento, ai mosaicisti ravennati che hanno collaborato con Chagall.

Il grande sole illumina Ravenna

Fiore all’occhiello della mostra, e summa della collaborazione Chagall Ravenna, “Le grand Soleil” opera musiva monumentale, realizzata dai mosaicisti Lino e Heidi Melano, originariamente parte della casa ravennate dell’artista, poi distaccata e ad oggi esposta in Italia al pubblico per la prima volta. Di oltre quattro metri di lunghezza per tre di altezza, questo mosaico, esposto con i progetti per la sua realizzazione, diventa esplicazione magistrale delle particolarità dell’arte musiva, permettendo grazie all’esperienza visiva di percepire la matericità del mosaico, la particolarità di ogni pietra, ogni vetro, ognuno riflettendo la luce in un modo diverso e riuscendo così a creare proprio l’intento di quell’invito ricevuto  da Chagall nel 54, ovvero approfondire la fusione tra tradizione e innovazione con il mosaico moderno, andando a mescolare i colori e l’emozione del moderno, con la potenza e la matericità del mosaico.

ascolta l’intervista alla curatrice Gorgia Salerno: