Sarà un appuntamento naturalistico quello previsto per le 21.00 di domani, venerdì 4 aprile, alla biblioteca Natalia Ginzburg di Castel Maggiore all’interno della quarta edizione del Festival della Divulgazione. Ma in tempi di cambiamenti climatici quando si parla di ambiente si parla anche di politica e di scelte che favoriscono o penalizzano la nostra stessa esistenza sul pianeta.
“Una moltitudine di vita sotto i nostri piedi – In difesa del suolo e della biodiversità” è il titolo della conferenza, che sarà guidata da Paolo Pileri, professore ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano dove insegna Usi del suolo ed effetti ambientali, con le immagini del fotografo naturalista Marco Colombo.
Suolo e biodiversità al centro della conferenza del Festival della Divulgazione
«Il nostro compito è mostrare l’invisibile che è sotto i nostri piedi – spiega Pileri ai nostri microfoni – l’invisibile che ci tiene in vita, ma che non vediamo, quindi pensiamo che non esista o che non abbia bisogno di cure». Un microcosmo di forme di vita che vive nel suolo e che ha diritto di vivere di per sé, ma che può essere utile anche a noi, sia per i sistemi ecosistemici che ci offre, sia per le preziose scoperte che può riservare. Pileri cita ad esempio uno studio recentemente pubblica su Nature in cui si parla di un batterio presente nel suolo che potrebbe risolvere uno dei giganteschi problemi del presente, cioè la resistenza agli antibiotici.
Il suolo e la sua biodiversità, dunque, sono al centro dell’incontro che, come anticipavamo, nel suo essere incentrata sulla natura ha una forte valenza politica.
“Desigillare” e “depavimentare” sono due delle parole chiave del presente. In tempi di crisi climatica, una necessità ormai chiara è quella di liberare i terreni da asfalto e cemento per molte ragioni. Un bisogno che, secondo Pileri, dovrebbe essere alla base di un programma elettorale di una brava Amministrazione: «Non votate un sindaco se non ce l’ha nel programma elettorale», sintetizza il docente.
Vedere nel concreto, con il supporto di immagini inedite e preziosissime, la vita presente nel suolo è anche l’occasione per instillare in tutti noi una cultura nuova, che poi possa tradursi anche in pratiche amministrative.
Per citare un altro esempio di temi che fanno capolino nel dibattito pubblico, Pileri commenta anche gli sfalci dei prati che in primavera puntualmente arrivano, ma che da qualche tempo sollevano le critiche degli ambientalisti. «Gli sfalci tagliano tutta la parte floristica nella sua varietà – osserva il docente – Meno fiori abbiamo, meno impollinatori abbiamo, quindi la vegetazione fa più fatica».
«Noi siamo abituati a “tenere in ordine” – continua Pileri – ma dobbiamo investire in un processo culturale che abbiamo dimenticato. Ci sono sicuramente alcuni contesti in cui è necessario tenere l’erba bassa, ma non ovunque».
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