Dall’1 al 3 novembre a Ferrara arriva la prima edizione di SubCulture Festival, un viaggio immersivo nella storia e nelle influenze delle sottoculture giovanili, con un approccio socio-antropologico. Promosso da Beat Boat, Factory Grisù e Hangar Birrerie, il festival esplora l’evoluzione delle sottoculture, dai rockers degli anni Cinquanta ai punk, fino alle correnti techno e hip hop degli anni Novanta. L’evento vuole analizzare le subculture come forme di espressione e contestazione nei confronti della cultura dominante, mostrando come queste abbiano creato una resistenza simbolica, attraverso stili distintivi e la rielaborazione delle merci dell’industria culturale.
È Antonio Dondi, frontman degli Strike e organizzatore del festival, a presentarlo ai microfoni di Pier Tosi.
SubCulture Festival, molti linguaggi per resistere alla cultura dominante
Ricchissimo il programma del festival, che parla anche molti linguaggi: dalle esposizioni artistiche che esplorano la storia del punk e del post-punk in Italia, agli incontri con esperti del settore come Oderso Rubini, Fabrizio Barile, e il fotografo Stefano Guindani. Saranno presentate proiezioni di documentari che trattano di sottoculture e di resistenza, come “Naila and the Uprising” di Julia Bacha e “24 Hour Party People” di Michael Winterbottom. La mostra intitolata “Moro’s Not Dead” offrirà uno sguardo approfondito sulla controcultura punk e post-punk in Italia tra il 1977 e il 1993.
La collaborazione con la scena underground locale e nazionale è fondamentale, e vede la partecipazione di numerosi DJ di fama nazionale, tra cui Fioro, Rena, e Mr Art Clusò, oltre a band storiche come The Bang. Non mancheranno momenti di esplorazione visiva e musicale, con video DJ set curati da Stefano Panzera, e attività collaterali come un barber saloon e un mercato vintage.
Il proposito è anche quello di aprire un tavolo di discussione intergenerazionale, offrendo un punto di incontro tra esperti della scena underground e giovani artisti locali. Insieme si rifletterà sulla storia delle subculture e sulle nuove consapevolezze sociali, con l’obiettivo di liberare l’aura creativa dell’adolescenza e di riconoscere le esigenze di conflitto e partecipazione sociale dei giovani di oggi.
ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANTONIO DONDI: