Giovedì scorso ha suscitato clamore lo sfratto di due famiglie dalle case in cui vivevano in affitto in via Michelino a Bologna. Oltre alle modalità violente utilizzate dalle forze dell’ordine per sgomberare famiglie con minori, a fare scalpore sono state anche le ragioni dello sfratto. Da un lato, infatti, gli inquilini sono stati sfrattati per finita locazione e non per morosità, dall’altro è apparso poco etico il progetto speculativo per immettere quegli alloggi nel mercato degli affitti brevi turistici.
A Bologna non è il primo caso di interi condomini che sono stati svuotati di inquilini e riempiti di turisti. Grazie ai dati di Inside Airbnb e alla geolocalizzazione degli annunci è possibile farsi un’idea della colonizzazione degli affitti brevi nel patrimonio edilizio privato bolognese.

Airbnb nei condomini di Bologna: i dati della “colonizzazione”

Da un’analisi effettuata sui 3.986 annunci presenti nel Comune di Bologna sulla piattaforma Airbnb è stato possibile ricavare quanti di questi insistono nello stesso stabile. In particolare, incrociando la geolocalizzazione, nome host e somiglianza nelle descrizioni è stato possibile individuare i civici in cui ci sono un minimo di quattro alloggi dello stesso proprietario messi sul mercato degli affitti brevi turistici attraverso la piattaforma.
Il dataset su cui è stata operata l’analisi è quello di Inside Airbnb, un progetto indipendente che raccoglie e rende pubblici i dati disponibili sul sito della piattaforma per affitti brevi turistici per analizzarne l’impatto sulle comunità residenziali.

Ad effettuare l’analisi è stato Mattia Fiore, ricercatore in Sociologia dell’Università di Bologna, che ha anche realizzato una mappa del territorio comunale di Bologna su cui insistono i condomini con la presenza di numerosi alloggi destinati all’affitto turistico.
«A Bologna in 30 condomini lo stesso host gestisce più di quattro appartamenti, e in almeno 5 casi si tratta di oltre nove appartamenti nello stesso stabile: interi edifici turistificati – sintetizza Fiore – Se consideriamo gli edifici con almeno tre annunci dello stesso host sono coinvolti 240 annunci». Se invece si considerano i condomini in cui gli annunci sono due o tre, il numero sale a 137 civici.
Il ricercatore sottolinea che si tratta di stime, ma aggiunge che nell’analisi sono stati presi in considerazione solo interi alloggi e non stanze in affitto.

GUARDA LA MAPPA:

Nella mappa, i pallini arancioni indicano due alloggi dello stesso proprietario in affitto breve che insistono nello stesso condominio, i pallini rossi indicano dai 3 ai 5 alloggi e i pallini viola un numero superiore ai 5 alloggi nello stesso civico.

Lo stesso Fiore in passato aveva già segnalato il caso di un intero palazzo di Bolognina che, dopo la recente ristrutturazione, ha trasformato tutti e 16 gli alloggi in appartamenti in affitto su Airbnb, dando a ciascuno il nome di una porta di Bologna.
L’analisi conferma un dato già emerso negli ultimi tempi relativo alle dinamiche degli affitti brevi turistici. Contrariamente all’idea che Airbnb operi nel mondo della sharing economy, quello dove i piccoli proprietari destinano un alloggio all’affitto turistico per arrotondare le entrate, in quel mercato si fanno sempre più strada soggetti organizzati e professionali, proprietari o gestori di più alloggi.