Oltre la mutazione dei corpi
Quando vedrete questo film e vi consiglio di farlo, cercate di fare molta attenzione ad ogni particolare e ad ogni frase, perché molte sono le interpretazioni che si affolleranno nelle vostri menti. Come risaputo, non è detto che le vostre conclusioni coincidano con quelle della regista ma ciascuna è sicuramente degna di essere presa in considerazione. Per quanto riguarda le mie opinioni ho avuto il privilegio di rivolgere un paio di domande alla regista e ve le riporto.
Alpha, la prima lettera dell’alfabeto greco nonché di scritture più antiche, simboleggia l’inizio ma anche la vita se la compariamo all’omega che rappresenta la fine e quindi la morte. Alpha è la bambina che dà vita a un nuovo ciclo, è la vita in un mondo nel quale tutti muoiono.
Alpha è anche il nome che viene dato alla prima stella di qualsiasi nuova costellazione e la rappresentazione di una costellazione viene tracciata da Alpha proprio all’inizio: “Così è più bello” dice, trovando bellezza là dove potremmo vedere solo disperazione e tristezza. La fine del film allo stesso modo è la promessa per un mondo migliore, Attraverso un espediente che non vi rivelo, lei stabilisce una continuità nella memoria di quelli che se ne vanno e rivela possedere la forza di contrastare gli elementi della natura e quindi il futuro.
In una città che non ha nome perché può essere ovunque, si svolgono due mondi paralleli dove le storie recano le emozioni tra e madre e figlia ma anche tra contagio e mutazione dei corpi, paura dell’altro e amore. Io ci ho visto anche la paura del diverso che può essere quello infetto o quello straniero o gay, lei però mi ha detto che non ci aveva pensato. La comunità nella quale vive Alpha è quella algerina, in questo Julia Ducournau ha un elemento in comune con la protagonista perché a sua volta è di discendenza algerina e allo stesso modo non parla berbero.
Il film uscirà nelle sale in autunno, spero vi ricordiate di osservare attentamente ogni dettaglio e ogni parola.
Laura Carroli





