«È a un passo». Così Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei famigliari delle vittime della strage alla stazione di Bologna, considera la verità su quel 2 agosto 1980.
85 morti e 200 feriti il bilancio della strage fascista, che ha atteso ben 42 anni per ricomporre il quadro delle responsabilità, inclusi i mandanti. Gli ultimi processi, secondo Bolognesi, hanno chiarito ulteriormente il quadro e trasformato degli indizi in prove.

2 agosto 1980, la verità definitiva si avvicina per la strage alla stazione di Bologna

In particolare è molto importante la sentenza di condanna all’ergastolo, nell’aprile scorso, di Paolo Bellini, ex esponente di Avanguardia Nazionale, più la condanna a sei anni per depistaggio all’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel e quella tre anni e sei mesi per false testimonianze a Domenico Catracchia, ex amministratore di alcuni immobili a via Gradoli a Roma. Una sentenza che si aggiunge a quella a carico di Gilberto Cavallini, avvenuta l’anno precedente.
Ma la Procura generale ritiene Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti e quindi non più imputabili, i mandanti, finanziatori o organizzatori della strage.

«La sentenza di primo grado del processo ai mandanti conferma, la strage è stata organizzata dai vertici della loggia massonica P2, protetta dai vertici dei servizi segreti italiani, eseguita da terroristi fascisti». È questo il messaggio scelto dall’associazione dei familiari per il manifesto di questo 2022.
Un manifesto che contiene anche la riproduzione di una delle carte finite nel processo, piena di omissis e cancellazioni, con la scritta a margine: «la verità si ricompone».

Molto ricco il programma delle iniziative per commemorare la strage, che avrà come al solito la sua giornata clou il 2 agosto in Piazzale Medaglie D’Oro. Tra le iniziative più originali troviamo “A destino“, un progetto nato dall’idea di Sara Berardi, studentessa dell’Università di Bologna, e costruito grazie all’aiuto di Cinzia Venturoli, docente dell’Alma Mater, all’Associazione familiari delle vittime, alla Regione Emilia-Romagna e al Teatro dell’Argine.
L’obiettivo è raccontare la strage terminando i viaggi interrotti da quella fatidica esplosione.

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