Nel nuovo numero di Internazionale in edicola oggi troviamo 34 pagine di un reportage a fumetti firmato da Zerocalcare. Alla fine di giugno il fumettista è stato in Iraq, in particolare nel campo profughi di Makhmour, abitato dai curdi.
Continua dunque l’impegno di Zerocalcare in sostegno alla causa curda. Dopo la sua graphic novel “Kobane calling”, ora l’attenzione si concentra su quello che sta accadendo tra il deserto e le montagne del Kurdistan.

La questione dei curdi sulle montagne in Iraq raccontata da Zerocalcare

Zerocalcare aveva già anticipato il contenuto del suo nuovo lavoro per Internazionale durante l’incontro a Ponticelli di Malalbergo, all’interno dell’iniziativa “Una pianura di libri”. In particolare, il fumettista aveva messo in guardia su quello che sta accadendo proprio sulle montagne.
«La Turchia ha deciso di attaccare le montagne – ha sottolineato Zerocalcare – dove si trovano tutte le basi del Pkk in Iraq. La Turchia ha bombardato con droni e con l’aeronautica. Il problema è che tutte le esperienze curde, da Kobane al Rojava, vivono perché c’è la montagna che è il garante di quelle situazioni».

Zerocalcare spiega che quando ci fu l’assedio di Kobane, fu proprio dalle montagne che arrivano forze curde per liberare la città e la stessa cosa avvenne quando l’Isis invase Shengal.
«Erdogan, che mira a rioccupare Kobane, sa benissimo che se neutralizza le montagne, tutto il resto rischia di cadere a domino», sottolinea il vignettista.
La situazione, dunque, appare parecchio complicata e le narrazioni occidentali non aiutano. In particolare, la stampa nostrana sembra interessata a sostenere i curdi quando combattono contro l’Isis, mentre è assai più difficile il sostegno al Pkk, che è un’organizzazione inserita nelle liste del terrorismo internazionale.

Zerocalcare, però, sottolinea il ruolo che possiamo avere noi in Europa. «Dovremmo discutere la questione di levare il Pkk dalle liste del terrorismo, dovremmo chiedere la liberazione di Ocalan e che cessino i bombardamenti alle montagne, perché quello mi sembra il tassello su cui rischia di ruotare tutto».

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