Le forze dell’ordine si sono presentate questa mattina in via Zampieri a Bologna, dove dall’11 ottobre Asia-Usb stava dando vita ad un’occupazione abitativa. Carabinieri, vigili urbani e polizia hanno iniziato le operazioni di sgombero di alcuni appartamenti vuoti da anni, che erano stati occupati da due precari e una donna con un figlio.
Sul luogo anche un furgone della cooperativa Cadiai, presente probabilmente per prestare assistenza alle persone che hanno perso nuovamente la casa.

Lo sgombero dell’occupazione di via Zampieri

Appena lunedì scorso attivisti e attiviste di Asia-Usb avevano fatto irruzione in Consiglio comunale proprio per sollevare il tema del problema abitativo in città. Dal blitz era nato un incontro con la vicesindaca con delega alla Casa, Emily Clancy, che aveva manifestato un’apertura al dialogo con il sindacato della casa.
Appena tre giorni dopo, però, all’anti-vigilia di Natale è arrivato lo sgombero che potrebbe vanificare le aperture fatte.

«Oltre metà di questa palazzina – racconta ai nostri microfoni Ionno, attivista di Asia-Usb dal presidio di solidali che si è formato in via Zampieri – era vuota nonostante gli appartamenti fossero in perfetto stato. Le liste d’attesa sono lunghe, le assegnazioni non vengono fatte e nemmeno le ristrutturazioni». È questo il motivo che ha portato Asia-Usb a dar vita all’occupazione, nel tentativo di sottolineare le contraddizioni attorno al problema abitativo in città.
Secondo l’attivista sono cifre a triplo zero quello degli alloggi pubblici lasciati vuoti a Bologna, mentre la cifra ha quattro zeri se si parla degli appartamenti privati. Il tutto in una città che è tra le più care d’Italia.

«Il problema della casa è strutturale in tutto il Paese», sottolinea l’attivista, che punta il dito anche contro Alessandro Alberani, presidente uscente di Acer, l’ente che gestisce il patrimonio residenziale pubblico, compresi gli appartamenti che erano stati occupati.
«Noi diciamo che bisogna invertire la rotta – continua Ionno – Se questa qua è la giunta più progressista e democratica d’Italia deve prendere la questione di petto. Avevamo avuto un incontro lunedì e la risposta è stata tre giorni dopo questo fantastico sgombero».

La risposta della vicesindaca Emily Clancy

Nel tardo pomeriggio è arrivata la risposta della vicesindaca con delega alla Casa Emily Clancy. In una lunga nota istituzionale, Clancy ricostruisce gli scambi e le interlocuzioni avute con Asia-Usb, sostenendo di aver fatto presente ad attiviste ed attivisti che gli alloggi occupati erano destinati alla ristrutturazione attraverso il superecobonus.
«Non si può tollerare l’occupazione del patrimonio pubblico che l’Amministrazione deve assegnare a chi ne ha bisogno – aggiunge la vicesindaca – non sarebbe corretto far passare il messaggio che alcuni, in quanto occupanti, possano passare davanti ad una graduatoria di futuri inquilini e inquiline assegnatari di un alloggio pubblico secondo regole prestabilite».

Nella sua ricostruzione, Clancy ha spiegato di aver chiesto più volte ad Asia-Usb di fornire i nominativi delle persone in occupazione, in modo che si potessero attivare i servizi sociali e individuare possibili soluzioni. Il sindacato, però, non avrebbe accettato l’invito.
E infine: «Non c’è stato nessuno sgombero abitativo, ma un ripristino del possesso del patrimonio comunale da destinare a chi ne ha bisogno. Se Asia Usb, come spero, è interessata a proseguire il dialogo nel rispetto reciproco e nella piena trasparenza, troveranno la mia porta sempre aperta anche oggi stesso, loro come chiunque voglia trovare delle reali soluzioni alle emergenze abitative della città».

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