Il titolare del Bar Balanzone denuncia una situazione insostenibile nella via universitaria e se la prende con regole e ordinanze: “Senza i dehors non possiamo cambiare clientela e chiudendo all’una salta il controllo sociale, mentre a pochi metri c’è il delirio”. E se la prende anche coi vigili solerti a controllare la chiusura dei locali, ma molto meno ad intervenire per le risse.
Non c’è pace per via Petroni. La strada che si trova nel cuore della zona universitaria è da anni al centro di polemiche e contese tra esercenti, residenti e Amministrazione comunale.
Smorzate le campagne anti-degrado dell’epoca Cofferati, i problemi sembrano restare e, quel che è peggio, sembrano quasi essere incentivati dalle regole e dalle ordinanze che insistono su quella via. Almeno è quello che pensa Max, titolare del Bar Balanzone di via Petroni, che si è sfogato ai nostri microfoni.
Per l’esercente, la rimozione dei dehors, imposta dalla pronuncia del Tar su ricorso presentato dal comitato di residenti, impedisce ai locali di poter cambiare di clientela, di selezionare avventori più tranquilli. Per contro, l’ordinanza che impone la chiusura all’una, sempre dopo una battaglia dei residenti, ha l’effetto paradossale di creare degrado, lasciando la via senza un presidio e un controllo sociale, compiuto proprio dai locali stessi.
“Ogni notte verso le due la situazione è fuori controllo – racconta Max – con borseggiatori e persone armate di coltelli che girano liberamente”.
Il titolare del Bar Balanzone sottolinea anche il ruolo della Polizia Municipale, molto solerte a verificare che allo scoccare dell’una i locali abbiano abbassato la serranda, ma non altrettanto ad intervenire in caso di segnalazioni di risse o altri problemi.
“Ogni sera c’è una squadra di agenti che si presenta numerosa per controllare se siamo aperti due minuti dopo l’una – spiega Max – Uno sperpero di risorse in epoca di crisi”.
Una crisi che si fa sentire e che con lacci e lacciuoli impedisce anche un pieno sviluppo delle attività commerciali, con mancate opportunità di lavoro.
“L’ordinanza è anche in contraddizione con la liberalizzazione degli orari del governo Monti e con le regole europee – sottolinea Max – che danno la possibilità anche di restare aperti 24 ore su 24. In questo modo si fa girare l’economia, si assumono persone, si versano i contributi e ne guadagnano tutti”.
Colpendo tutti, invece, il coprifuoco penalizza gli esercizi virtuosi al pari di quelli che dovrebbero invece essere puniti.
L’esercente, dunque, propone una soluzione diversa, che sani anche quello che è a tutti gli effetti un paradosso: “a pochi metri, in piazza Verdi o in piazza Aldrovandi, c’è il delirio”.