Ryan Lee West (aka Rival Consoles) è un’artista musicale inglese con base a Londra. Affermato nell’ambiente della musica elettronica, ha all’attivo nove album e diversi remix per artisti del calibro di Jon Hopkins, Olafur Arnalds, Nils Frahm, Max Cooper e tanti altri. Cogliamo l’occasione del suo imminente live set al DumBo (festival Robot 16 il giorno 11/10/2025) e dal fatto che qualche mese fa è uscito il suo ultimo disco “Landscape from memory” per parlare un pò di questo straordinario artista.

Rival Consoles

La sua elettronica è un mix di stili e influenze Idm, ambient e electro, il tutto eseguito con un taglio molto cinematico e sperimentale. Ma la sua musica è cambiata nel tempo, a partire dal suo esordio con “IO” album del 2009 in cui le undici composizioni devono molto della loro influenza ad artisti come Aphex Twin ed i primi Autechre, dando vita ad un album techno, electro e Idm. Nel corso degli anni il suo stile è andato raffinandosi, trovando percorsi più personali e meno derivativi. E’ infatti grazie all’uscita del secondo album, “Kid Velo” (2011) e grazie a tracce quali “I left the party” e “Rosenthal road” che vediamo i primi semi piantati di quello che sarà il futuro Rival Consoles. Da “Howl” targato 2015 si incomincia a far ballare prevalentemente il cervello nel puro stile Idm e avant-garde. Con “Persona” (2018) assistiamo alla sua maturazione musicale; a parte la title track “Persona” che deve molto a Jon Hopkins, c’è grande spazio per composizioni più originali e splendide come “Memory arc” e “I Think so”.

Facciamo adesso un salto nel tempo fino ai giorni nostri e arriviamo all’uscita di “Landscape from memory”, avvenuta nel Luglio del 2025. Questo è un album che lascia molto spazio all’immaginazione dell’ascoltatore e al senso di nostalgia. Arrangiamenti complessi e suggestivi e elaborate tessiture di scuola Idm creano un’esplorazione nei territori della memoria e dei ricordi per tutto il disco. Suoni elettronici creati con grande maestria e padronanza dei mezzi, senza perdere mai di vista l’armonia e la coesione interna dei pezzi. Ogni cosa è al posto giusto e ogni elemento ha il proprio scopo nel creare una voce propria dell’artista. Percussioni elettroniche finemente cesellate, synth avvolgenti e campionamenti tratteggiano paesaggi sonori sempre diversi ma uniti da un unico filo conduttore. Tutto questo dà vita ad un disco che merita sicuramente l’ascolto e attenzione e fa di Rival Consoles (già da alcuni anni a dire il vero) uno degli artisti più interessanti sulla scena che, album dopo album, ha trovato la propria voce ritagliandosi uno spazio tutto suo nell’affollato panorama della musica elettronica.

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