«Siamo all’interno di una vera e propria pandemia d’azzardo. In Italia, l’anno scorso, sono stati spesi 157 miliardi di euro nel gioco d’azzardo, mentre le spese statali per la sanità pubblica si fermano a 138 miliardi». I numeri di Massimo Masetti, referente per il gioco d’azzardo nella rete “Avviso Pubblico” e portavoce per il contrasto all’azzardopatia, non lasciano spazio ad interpretazioni sull’enorme dimensione del gioco d’azzardo e del suo peso sull’economia nazionale.
I dati si allineano con le statistiche della piattaforma Gioco Responsabile che ieri, attraverso BolognaToday, racconta di 1,05 miliardi giocati per le scommesse – cioè 3mila euro pro capite – nella sola provincia di Bologna, considerando quelle tradizionali e online.
Queste ultime, inoltre, risultano essere in crescita: in media una persona è passata dallo spendere 770 euro nel gioco d’azzardo nel 2024 a quasi 1.880 euro nel 2025.
«La narrazione mediatica aiuta la diffusione del gioco d’azzardo»
«Ormai scommettere è un’azione vissuta come quotidiana e non pericolosa – commenta Masetti.
Già 25-30 anni fa chi giocava d’azzardo veniva visto come una persona da evitare, mentre oggi la narrazione e la realtà si sono rovesciate. Basti pensare a quante opportunità troviamo nel tragitto casa-lavoro per giocare d’azzardo, senza contare la facile accessibilità dei siti di scommesse usando gli smartphone».
Tuttavia, ad avvicinare la popolazione al gioco d’azzardo non è solo la sua accessibilità, ma anche la copertura mediatica di cui le scommesse godono: «Stamattina ho letto sul Resto del Carlino di una vincita di 5 milioni di euro a Senigallia – racconta Masetti – ma storie come questa ignorano quanti soldi sono stati persi in precedenza». Continua il referente: «Noi vediamo solo la parte bella e non quella brutta, cioè della patologia e di tutte le famiglie rovinate dal gioco d’azzardo. Questa continua copertura mediatica rappresenta il pericolo per ciascuno di noi di scivolare nella ludopatia».
Per capire quali fasce della popolazione sono più interessate dalle scommesse, Masetti dice che «tracciare l’identikit del giocatore medio è difficile, perché tutte le età si approcciano al mondo delle scommesse. Difatti, il quadro cambia molto dal tipo di gioco d’azzardo: se i ragazzi giovani, anche minorenni, sono attratti dalle scommesse calcistiche, gli uomini in età più avanzata preferiscono le slot machine, mentre i gratta e vinci sono più popolari tra le donne adulte».
Il gioco d’azzardo è la seconda fonte d’entrata delle mafie in Italia
Nel contesto delle scommesse, è impossibile non considerare il mercato sommerso dell’azzardo illegale, come ci spiega Masetti: «Dopo il traffico di droga, il gioco d’azzardo è il mercato più redditizio per la criminalità organizzata, che lo usa per riciclare il denaro sporco.
Ovviamente questo avviene accanto al mercato sommerso illegale, che accoglie tutti coloro che, esauriti i soldi, soddisfano la loro dipendenza da gioco con metodi illeciti, spesso usando soldi chiesti in prestito ai criminali».
ASCOLTA L’INTERVISTA DI MASSIMO MASETTI:







