Il ministro Minniti oggi a Bologna (tra le contestazioni) per parlare di periferie dove, grazie alla legge che porta il suo nome, vengono spinti gli ultimi, considerati “indecorosi”. Meno di Zero – Osservatorio sulla guerra agli ultimi è nato proprio per mappare gli effetti della legge e per smontare la retorica securitaria: l’ostacolo al decoro non è il povero ma l’assenza di politiche sociali.

Passerella elettorale, oggi, per Marco Minniti a Bologna. Accolto dalle contestazione dei giovani dei collettivi, che al ministro dell’Interno hanno riservato un simbolico “daspo-urbano”, come lo strumento introdotto dalla stessa legge firmata dal titolare del Viminale, Minniti è giunto sotto le Due Torri per parlare di periferie e dei finanziamenti che il governo ha stanziato per la loro riqualificazione.

Ed è proprio nei margini periferici delle città che si manifestano gli effetti della legge sulla sicurezza urbana, approvata l’anno scorso. Qui, infatti, vengono spinti senza tetto, prostitute, spacciatori e altri soggetti a forte marginalità sociale attraverso gli allontanamenti introdotti, appunto i cosiddetti “daspo urbani”.
La legge che porta il nome di Minniti, insieme al collega di governo Andrea Orlando, ha fornito ad amministrazioni e forze dell’ordine locali la discrezionalità per allontanare dai centri cittadini tutte le persone considerate una minaccia al “decoro”. Dove per tutela del decoro, come esplicitamente spiega la legge, si considera la garanzia per il commercio e il turismo.

Grazie all’iniziativa di un gruppo di studenti di Giurisprudenza e di attivisti è nato “Meno di Zero “, un osservatorio sulla guerra agli ultimi, che si propone di mappare gli effetti della legge sulla sicurezza urbana, con le relative ordinanze emesse dai sindaci, e contrastare la deriva classista che il modello Minniti imprime.
Attraverso infografiche ed altre informazioni basate su dati ufficiali, inoltre, l’osservatorio smonta i luoghi comuni sulle persone marginali dimostrando, ad esempio, l’estrema facilità con cui si può finire a vivere per strada, arrivando quindi ad essere allontanato e perseguitato da uno Stato che invece dovrebbe aiutare.

“Quello che cerchiamo di fare – spiega ai nostri microfoni la portavoce di Meno di Zero – è far capire alle persone chi è il vero nemico. È il povero che vive per strada o è chi fa mancare le politiche sociali per impedire quella situazione? È lo spacciatore o l’organizzazione mafiosa che lo sfrutta e chi non la contrasta?”.
Un ragionamento che ribalta la retorica securitaria e mette in evidenza come il decoro, in realtà, non sia minacciato dagli ultimi ma dall’assenza di politiche sociali. E contemporaneamente riumanizzando il discorso pubblico, che non può equiparare come fonte di degrado la spazzatura e le persone.

ASCOLTA L’INTERVISTA ALLA PORTAVOCE DI MENO DI ZERO: