L’inchiesta giudiziaria che ha travolto Milano e la sua politica urbanistica non sembra, almeno per il momento, aver provocato ripensamenti nella giunta comunale. Il sindaco Beppe Sala tira dritto sul progetto del nuovo stadio, sul quale il Consiglio comunale dovrà esprimersi non senza imbarazzo, visto che sarà un voto “al buio” poiché non sono ancora stati presentati rendering né disegni ufficiali e i dettagli concreti dell’impianto non sono stati resi noti.
Per questa ragione oggi a Milano i comitati che si oppongono all’abbattimento dello stadio San Siro e alla costruzione di una nuova struttura hanno tenuto una conferenza stampa per rievocare la possibilità dei cittadini di esprimersi attraverso un referendum.
A Milano Sala tira dritto sul nuovo stadio: l’inchiesta giudiziaria non ha cambiato la politica urbanistica
La richiesta di un referendum popolare in cui i cittadini e le cittadine di Milano potessero dire la loro sul progetto del nuovo stadio non è nuova. Già nel 2022 fu presentata la richiesta, ma i Garanti del Comune di Milano la bocciarono. Nel 2023 il Tribunale Civile di Milano annullò l’inammissibilità dei Garanti, ma questi ultimi nell’aprile scorso hanno di nuovo bocciato la possibilità referendaria, adducendo come motivazione che il progetto di demolizione del Meazza era stato abbandonato anche a seguito del parere della soprintendenza del 2023. Una delibera della giunta di Milano del marzo 2025, però, ha avvallato la possibilità di vendere lo stadio per poi demolirlo e la conferenza dei Servizi dello scorso giugno ha dato il via libera alla proposta progettuale delle società.
«Attorno a quel progetto sono state sollevate cinquecentro criticità – sottolinea ai nostri microfoni Lucia Tozzi, giornalista e autrice de “L’invenzione di Milano” – Ci sarebbe un vincolo della Sovrintendenza che impedisce di costruire questo stadio e di ricostruirlo a cinquanta metri. Poi questa operazione sarebbe mostruosamente inquinante e annullerebbe anni di politiche ambientali in città. Inoltre il nuovo stadio “di lusso” sarebbe di fatto inaccessibile alla fascia popolare dei tifosi. Le società delle due squadre non sono veramente interessate e la provenienza dei fondi è abbastanza oscura».
Insomma, per Tozzi quello di Sala è un vero e proprio accanimento su questo progetto, che testimonia come nulla sembra scalfire la politica urbanistica, già finita sotto la lente della magistratura. «Tutto ciò nonostante l’appello di oltre duecento tra docenti universitari, studiosi ed esperti, non solo di urbanistica ma anche di diritto – ricorda Tozzi – che hanno chiesto di rivedere la politica urbanistica per evitare che questo approccio si allarghi anche ad altre città».
La giornalista sarà mercoledì a Bologna per partecipare all’incontro “Le mani su Bologna. L’inganno della rigenerazione urbana”. Assieme a lei, nell’appuntamento che si svolgerà alle 18.30 al Parco della Zucca all’interno del festival L’Isola Verde, ci sarà Luca Gullì di OsservaBo.
Nell’incontro verranno messe a confronto due esperienze diverse per capire se ci sono punti di contatto tra la politica urbanistica meneghina, sintetizzata nel “Modello Milano” e quella bolognese, al centro di altrettante battaglie da parte della popolazione contro la generazione e la speculazione edilizia.
«Rispetto ad altri contesti, Milano ha un modello di governo della città più oscuro, più lontano dai cittadini e molto poco trasparente – sottolinea Tozzi – Il grado di deregolamentazione è più forte, per cui segnali di un’espansione di questo modello si trovano senz’altro a Bologna, a Napoli, a Roma o a Torino e Genova. Anche gli investitori, che in questo momento a Milano hanno più difficoltà perché c’è l’occhio della magistratura, si stanno spargendo per le altre città e tutti i sindaci fanno a gara per attrarre investimenti».
Il problema, per la giornalista, è la postura politica: «Non si lavora per il benessere dei cittadini, ma per attrarre gli investitori e le conseguenze sono sempre il sacrificio totale del verde e rincaro dei prezzi al metroquadro con conseguente difficoltà per i cittadini non proprietari di accere alla casa».
ASCOLTA L’INTERVISTA A LUCIA TOZZI:






