La venticinquesima edizione del Festival della Filosofia è alle porte. Dal 19 al 21 settembre, Modena, Carpi e Sassuolo si trasformano in teatri urbani a cielo aperto dedicati alla formazione e conversazione filosofica, poetica e artistica.
Il tema di quest’anno è la paideia, una parola greca che indica «il percorso di educazione delle persone», come spiega il direttore del festival, Daniele Francesconi.
Il riferimento è volto verso «la questione della scuola non solo come istituzione, ma come insieme di contesti in cui si realizza una crescita della persona. Si pensi alla famiglia, alla società, alla trasmissione tra generazioni».
In altre parole, continua il direttore, la rassegna di quest’anno porterà «una questione urgente e necessaria, perché tocca sia le trasformazioni continue della società e le conseguenze della grande rivoluzione tecnologica a cui stiamo assistendo».
Festival della Filosofia, «Un’autoriflessione sulla relazione tra alunni e insegnanti»
«Il traguardo del quarto di secolo è importante, ma non volevamo ridurre tutto a un’autocelebrazione, piuttosto vogliamo costruire un lavoro di autoriflessione sul ruolo della cultura pubblica. Pensiamo che la paideia sia perfetta per raggiungere l’obiettivo». Per tramandare gli insegnamenti, però, non devono esserci solo ottimi alunni, volenterosi di imparare, ma anche maestri passionevoli e altrettanto desiderosi di crescere, che vanno messi in condizione di farlo. In tal senso si orientano le parole di Francesconi:
«La relazione tra chi insegna e chi impara è una delle grandi questioni moderne, perché si sente spesso che i maestri siano scomparsi, che abbiano perso prestigio, a causa della condizione desolante in cui son lasciati – lamenta Francesconi. Il Festival della Filosofia intende esplorare tale relazione nelle sue tante possibili manifestazioni complesse, perché il rapporto studente-insegnante non è mai neutro e deve essere reciproco: le nuove generazioni possono insegnare molto a quelle precedenti, ad esempio, sul tema della padronanza del digitale».
Francesconi, però, mette in guardia dai cortocircuiti del rapporto: «Gli insegnanti possono essere troppo oppressivi, mentre agli allievi può mancare la forza di essere autonomi. Per evitare ciò bisogna insegnare la libertà, la quale deve essere conquistata e non concessa».
Ospiti numerosi filosofi di rilievo italiani e internazionali
Il 2025 di Festivalfilosofia vedrà tra i suoi ospiti diversi esponenti del panorama accademico italiano, come Massimo Cacciari, Massimo Recalcati, Michela Marzano e Roberto Esposito.
Il direttore cita anche la presenza di Daniel Innerarity, filosofo spagnolo che porta il tema dell’accelerazione, secondo il quale «siamo mossi a insegnare qualcosa che nemmeno noi conosciamo del tutto, cioè si insegna e si impara allo stesso tempo».
ASCOLTA L’INTERVISTA A DANIELE FRANCESCONI:







