Per quanto tempo ancora è ammissibile che un ente pubblico accetti tra i lavoratori dello stesso servizio una diseguaglianza così evidente a livello retributivo e dei diritti?

Non è solo una questione sindacale, ma anche di scelte politiche.

Nel mondo della scuola, educatori ed educatrici vivono condizioni di svantaggio ormai intollerabili e non solo dal punto di vista economico (stipendi da fame e retribuzione garantita solo per le ore frontali) ma anche da quello della partecipazione attiva su scelte decisive per la vita scolastica dell’alunno (non partecipano ai consigli di classe e non votano).

Come sanare questa palese iniquità? Un’internalizzazione dei Servizi è possibile? Queste domande sono entrate nella recente campagna elettorale grazie a Stefano Mari, insegnante e dirigente scolastico di lungo corso, candidato al Consiglio Comunale. Passate ora le elezioni, a tutti gli addetti ai lavori il compito di non farle ricadere nel vuoto.