Il corteo non si è ancora tenuto, ma un risultato lo ha già raggiunto. Il workshop del progetto Urdersec a Ravenna, previsto per domani, è stato annullato. Ufficialmente la ragione è il mancato raggiungimento delle iscrizioni, ma per il Coordinamento Bds di Ravenna, che organizza la manifestazione prevista domani, 16 settembre, alle 17.30 con ritrovo alla darsena, la cancellazione dell’evento è conseguenza della mobilitazione della cittadinanza.
La manifestazione, però, è confermata perché le ragioni della protesta, che riguardano il transito di armi dirette ad Israele per il porto romagnolo e il coinvolgimento di Tel Aviv nel progetto che riguarda la sicurezza dei porti, sono ancora tutte in piedi.
Armi verso Israele: domani la manifestazione a Ravenna
Undersec è un progetto internazionale che riguarda la sicurezza dei porti. Tra i soggetti che ne fanno parte c’è il ministero della Difesa israeliano, una società israeliana che si occupa di armamenti e l’Università di Tel Aviv. Con loro, in particolare, dovrebbero essere condivisi anche dati sensibili che riguardano i porti italiani, ragione per la quale il Coordinamento Bds di Ravenna ha chiesto la loro esclusione dal progetto. Si tratta infatti di soggetti attivi nel genocidio che sta avvenendo a Gaza e nella violazione dei diritti umani in Palestina.
«Sappiamo che è stata organizzata una riunione straordinaria del progetto Undersec – spiega ai nostri microfoni Linda Maggiori, giornalista che ha portato alla luce il transito di armi dirette a Israele per il porto di Ravenna – Non sappiamo però se è stata decisa l’esclusione di Israele dal progetto».
La manifestazione di domani al porto di Ravenna avrà tra le richieste proprio quella di escludere Israele dal progetto Undersec o, in alternativa, che l’Autorità portuale di Ravenna ne esca.
Le altre ragioni riguardano il transito di armi dal porto di Ravenna dirette ad Israele. Attraverso un accesso agli atti della giornalista si è scoperto, ad esempio, che una nave carica di munizioni dirette in Israele e provenienti dalla Repubblica Ceca è transitata dal porto romagnolo lo scorso 30 giugno.
«Ho chiesto anche chi fosse lo spedizioniere e altre informazioni – racconta Maggiori – perché sarebbe stato utile per fare rete con gruppi cechi che si stanno battendo con il traffico di armi, ma la Dogana mi ha risposto che sono informazioni riservate».
La giornalista ha allora inviato una richiesta al sindaco di Ravenna, Alessandro Barattoni, e al presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, affinché richiedano ufficialmente quelle informazioni. «Comune e Regione sono anche soci almeno al 30% di Sapir, che è il principale gestore del terminal container di Ravenna – sottolinea la giornalista – Anche come soci dovrebbero sapere cosa transita nel porto di Ravenna. Ho chiesto che fossero loro a chiedere quelle informazioni, perché a una cittadina o a una giornalista è più facile che vengano negate. Ho scritto a loro cinque giorni fa e purtroppo non ho ancora avuto risposta».
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