Ormai due anni fa è toccato al centro sociale La Resistenza, mentre la stessa sorte, con pretesti differenti, potrebbe toccare ad altre realtà storiche dell’associazionismo ferrarese, come il circolo Arci Bolognesi e l’associazione Cittadini del Mondo.
La giunta comunale di Ferrara, guidata dal sindaco leghista Alan Fabbri, al secondo mandato, sta sfrattando dagli spazi pubblici le realtà di sinistra. Una sorta di repulisti che ha connotati politici testimoniati dalla completa assenza di dialogo da parte dell’Amministrazione.

Lo sfratto della giunta di Ferrara alle associazioni storiche di sinistra

Lo sfratto che fa più clamore è quello che la giunta di Ferrara vorrebbe compiere nei confronti del circolo Arci Bolognesi, una realtà che esiste dal 1979 e che rappresenta uno dei punti di riferimento sociali, culturali e politici nella città estense, al punto di essere uno dei partner del Festival di Internazionale, la celebre rivista.
Il pretesto con cui l’Amministrazione di destra vorrebbe chiudere lo spazio di piazzetta San Nicolò è che alcuni avventori si trattengono all’esterno anche oltre l’orario di chiusura del circolo e fanno rumore.

La convenzione per lo spazio comunale è scaduta nel 2019, anno in cui Fabbri è andato al potere. Le attività sono però proseguite, fino a quando la giunta ha cavalcato le lamentele di alcuni residenti e ha manifestato la volontà di rientrare in possesso dello spazio per “rivalorizzarlo”. Un pretesto a cui si aggiungono fantomatici lavori che dovrebbero essere eseguiti in seguito al sisma, che però risale a ben 13 anni fa.
Contro lo sfratto, che dovrebbe scadere alla fine di settembre, la società civile ferrarese si è mobilitata con appelli e raccolte firme.

Un’altra realtà storica che è finita nel mirino dell’Amministrazione Fabbri, in particolare dell’assessora comunale alla Sicurezza e al Patrimonio Cristina Coletti, è l’associazione Cittadini del Mondo. Fondata nel 1993, l’associazione si occupa di integrazione e alfabetizzazione di persone migranti e ha sede in via Kennedy, a ridosso del centro cittadino.
Per l’attuale sede la giunta di Ferrara ha semplicemente «scelto un’altra destinazione d’uso» e ha intimato all’associazione di andarsene. La deadline dello sfratto è fissata per il 31 ottobre.

L’alternativa proposta dal Comune in un primo momento sarebbe l’ex sede Coldiretti in via Bologna, uno spazio a diversi chilometri dal centro cittadino, pensato per essere considerato irricevibile dall’associazione.
Le comunicazioni con l’Amministrazione si sono velocemente chiuse e, ad ogni lettera inviata dall’associazione agli uffici comunali, l’unica risposta ricevuta è stata una pec in cui si ribadiva lo sfratto e la necessità che l’associazione lasciasse gli spazi.

Che Fabbri e la sua giunta di destra facciano sul serio è già testimoniato da un precedente. Dall’agosto 2023, infatti, è stato chiuso il centro sociale La Resistenza, uno spazio fondato nel 1985 e affiliato Ancescao.
I pretesti adottati sono identici a quelli riservati all’Arci Bolognesi: da un lato le lamentele di alcuni residenti, dall’altro la necessità di effettuare lavori all’interno della struttura.
«Gli attivisti del centro hanno avanzato proposte, anche di autorecupero, all’Amministrazione comunale – racconta ai nostri microfoni il corrispondente Mauro Collina – ma non è mai stata data una risposta e l’accesso allo spazio è vietato da ormai due anni».

ASCOLTA LA CORRISPONDENZA DI MAURO COLLINA: