Abbiamo intervistato gli attori protagonisti di Noi e Loro, film proiettato lunedì 10 febbraio in anteprima e in contemporanea al cinema Arlecchino e Modernissimo. Titolo originale del film Jouer avec le feu di Delphine & Muriel Coulin

Sebbene Vincent Lindon abbia dichiarato in precedenza di odiare le interviste, in questa occasione si dilunga molto a rispondere alle domande poste dai giornalisti. Chiedo loro cosa abbia insegnato loro questo film e viceversa cosa possa insegnare a noi. La mia domanda è frutto probabilmente da una certa retorica per cui cerco sempre di interpretare il messaggio in ogni tematica. La visione del film conferma la mia intuizione che consiste nel pericolo della crescita delle organizzazioni di estrema destra e Lindon con lucidità rileva che il problema consiste nell’isolamento dei giovani delle province e delle periferie di tutto il mondo abbandonati dalla società. Quando le attività chiudono e la comunicazione si è bloccata si perde la speranza, in questo caso è facile fare breccia tendendo una mano e fornendo risposte facili e amicizia. Il film affronta il difficile momento di un genitore che persa la moglie si trova a tenere unita la famiglia con i due giovani figli, riflette molto sulla mancanza di dialogo tra loro e Lindon lo riporta come argomento fondamentale della pellicola. Questo però non deve essere un insegnamento secondo l’attore principale che dichiara di sentirsi soddisfatto se all’uscita della proiezione due spettatori ne ricavano impressioni opposte.

Stefan Crepon ha una parte molto più in ombra sebbene molto importante per bilanciare il contrasto tra l padre e l’altro figlio, molto più vicino alla generazione digitale mette l’accento sul ruolo di internet per l’informazione tra i giovani.

È sorprendente come nella realtà la mimica facciale di Lindon sia continuamente scossa da tic e movimenti che ci ricordano Goganda di Giorgio Gaber, eppure quando recita la sua concentrazione è tale da fare sparire completamente ogni espressione non voluta.

Per concludere, a mio parere il film è molto bello ed esprime il timore per la crescita dei movimenti di estrema destra ma cerca anche di sottolineare il modo in cui fanno presa sui giovani.

Le scelte musicali della colonna sonora non sono lasciate al caso da un lato Patti Smith, Soko, Thurston Moore e dall’altro quella brutale di Cantenac Dagar  e di Rone e Gabber ( electro da 160 a 220 bpm) ascoltata dagli attivisti di estrema destra che accompagna le danze della splendida scena iniziale, un tocco di genio.

Laura Carroli