Di questa storia, ormai lunga tre anni, si è parlato tanto, ma con un sospetto ricorrente: che alla fine la montagna avrebbe partorito il solito, prevedibile topolino. Che la tanto sbandierata discussione parlamentare sui disegni di legge, ora accorpati (risparmiamoci sigle e numeri), sull’internalizzazione del personale scolastico esterno si sarebbe risolta con un contentino simbolico, utile solo a qualche categoria ristretta di lavoratori. Ci sbagliavamo, è peggio: la discussione parlamentare che dovrebbe partire proprio a settembre, sarà una discussione su una scatola vuota, anzi svuotata, e quel poco che ne uscirà servirà solo ai promotori per intestarsi l’ennesimo “risultato storico” da spendere in comunicati stampa e post autocelebrativi sui social. La convergenza tra maggioranza e opposizione, i DDL in questione portano le firme di entrambe, pare infatti avere come obiettivo comune quello di non statalizzare un bel niente.

In molti, all’inizio, ci avevamo creduto. Abbiamo sperato che una volta tanto si mettesse fine a precarietà, salari da fame, assenza di tutele. Sperato che si riconoscesse dignità a professionisti che lavorano dentro le scuole pubbliche, al fianco degli studenti più fragili. E alcuni ci sperano ancora. Per ora, a scuola iniziata, il dato rimane quello di sempre: i lavoratori del privato sociale, essenziali per l’inclusione, continuano a essere trattati come manodopera usa e getta. Esternalizzati, sottopagati, senza continuità, appaltati al massimo ribasso. Con la benedizione delle istituzioni.

Seguiremo il dibattito parlamentare e ne chiederemo conto a chi, anche ai nostri microfoni, aveva promesso mari e monti. 

Con Paola Di Michele, psicologa clinica e formatrice, che fin dall’inizio ci sta aiutando a chiarire la “giungla” normativa sull’argomento, abbiamo provato a fare il punto alla vigilia della discussione in parlamento.  

Intanto, con l’avvio dell’anno scolastico, i servizi ripartono. E con loro le lotte. I lavoratori tornano a farsi sentire, provando a rimettere al centro il valore dei servizi educativi e socio-assistenziali e la propria condizione lavorativa. In trasmissione abbiamo parlato con Silvia, del Comitato per i Diritti degli Educatori e delle Educatrici Marche, che ci ha raccontato nuove forme di mobilitazione contro la logica perversa degli appalti al massimo ribasso. Una logica che continua a svendere diritti, dignità e futuro. In ogni angolo di questo paese.