«Ferrara non è un paese per nomadi. Non lo è più, e se non fosse chiaro lo ribadiamo. Questa città non diventerà un centro di accoglienza a spese dei ferraresi». È con queste parole che il sindaco leghista di Ferrara, Alan Fabbri, ha commentato l’intervento della polizia locale che lo scorso 13 novembre ha comminato il Daspo, il dispositivo di allontanamento, ad otto persone povere che stazionavano sotto i portici di via Gobetti, a poca distanza dalla cattedrale nel centro storico della città estense.
La colpa delle otto persone, oltre a quella di essere povere, sarebbe di aver allestito giacigli di fortuna con cartoni e coperte.

Alan Fabbri, sindaco di Ferrara, gioisce perché è stato dato il daspo a persone povere

«In assenza di minori non riteniamo corretto coinvolgere i servizi sociali o prevedere forme di accoglienza che finirebbero per gravare sulle tasche dei cittadini. Ferrara non diventerà un centro di accoglienza a spese della collettività», ha continuato Fabbri in un post sui social.
Parole che, anche nella città governata da due mandati dalla destra, hanno destato l’indignazione dei cittadini. «Uh, che coraggio nel combattere i poveri. Una volta si cercava di combattere la povertà, ora si mostrano i bicipiti contro i più poveri e indifesi. Meno male che a Natale siamo tutti più buoni», riporta uno dei commenti al post del sindaco.

Una forte critica al provvedimento e alle parole del sindaco arriva anche da Bologna, in particolare da Piazza Grande, cooperativa che da trent’anni lavora con i senza dimora.
«Il Daspo emanato dall’amministrazione comunale di Ferrara contro otto persone senza dimora è spietato e miope – afferma Ilaria Avoni, presidente della cooperativa – Il provvedimento lascia attoniti nel merito e nel metodo: non solo si crede che spostando otto persone oltre il confine comunale si possa risolvere un problema, quello del drammatico impoverimento della popolazione, che è invece strutturale e nazionale e che tocca un numero enorme di cittadini e cittadine. Ma lo si fa anche con toni trionfalistici, travestendo una bestialità da atto di governo. Così non si risolvono i problemi, ma semplicemente si spostano, come fossero polvere da nascondere sotto al tappeto. Un messaggio inquietante per la sua comunità che oggi, nella drammatica giuntura economica che sta attraversando l’Italia e alla vigilia di una legge di bilancio che infierirà su questa situazione, deve fare i conti con un sindaco che, in tema di poveri e di povertà, l’unica cosa che è capace di fare è firmare un foglio di via. Troppo comodo».

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