Scott Morgan, in arte loscil, torna con il suo nuovo progetto “Lake fire” per l’etichetta Kranky. Un album ambient ispirato dalla crisi climatica e dagli incendi che hanno devastato le foreste del suo Canada. L’album prende vita inizialmente dalle registrazioni orchestrali effettuate dal nostro e da Lawrence English qualche anno fa, successivamente rielaborate, ricampionate e stratificate per fare da sfondo alle composizioni.
Lake fire
Si fa fatica a respirare, l’aria è pesante e satura del fumo dell’incendio che imperversa incontrollato ottenebrando la mente. In più un malessere vissuto da dentro, (un problema di salute che l’artista ha vissuto in prima persona). Il disco si apre con queste atmosfere e sensazioni. Synth in loop, stile compositivo glitch che riporta alla mente l’opera di The field e atmosfere granulari (“Arrythmia” e “Bell flame”). La chitarra e il pianoforte di loscil arricchiscono di melodie le composizioni, arrangiamenti orchestrali che evocano l’impotenza dell’uomo nei riguardi degli incendi fuori controllo e del riscaldamento climatico. Infatti il fuoco è dappertutto senza essere mai citato apertamente nella musica. La sfida raccolta dall’artista era quella di come rappresentare certe immagini senza riferimenti sonori palesi.
Il piano fa capolino con alcuni brevi temi ripetuti (“Candling”). Questi strumenti tradizionali oltre ad accompagnare creano una frattura che aiuta a stemperare lo stile opprimente e soffocante delle soundscapes elettroniche. Fratture come il segno distruttivo del passaggio dell’incendio (“Flutter”). I singoli pezzi raccontano una storia drammatica, inevitabile a causa dell’egoismo e degli interessi economici dell’uomo. Si può solo assistere mentre l’evento prosegue mangiandosi il nostro futuro. Una dissoluzione mirata delle ricchezze del nostro pianeta. Mentre archi, stab, bassi e droni riportano alla mente l’isolamento che si prova nei paesaggi naturali del Canada (“Spark”, “Ash clouds”).
E ancora la nuvola scura, incombente, dell’incendio che martoria la foresta è presente come una spada di Damocle, come un’ombra, negli ultimi pezzi che compongono l’album. Percussioni elettroniche ad accentuare il dramma, una presa di coscienza, un’amara riflessione ma con uno spazio riservato anche per la speranza (“Doux”). Territorio irriconoscibile e lunare dopo l’evento, straniamento come dopo uno shock, questo è tutto ciò che resta (“Lake fire”).
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