Si tiene oggi, come ogni anno dal 1983, la Giornata internazionale dei Bambini Scomparsi. Un dramma spesso sottovalutato che coinvolge in tutto il mondo 8 milioni di minori ogni anno, in Europa 270mila, uno ogni due minuti. E Telefono Azzurro lancia l’allarme: “il numero unico rischia di chiudere a causa dei tagli della Commissione europea”.
La Giornata Internazionale per i Bambini Scomparsi cade il 25 maggio di ogni anno, dal 1983, primo anno in cui è stata celebrata. La giornata nasce per ricordare la scomparsa del piccolo Ethan Patz, rapito a New York il 25 maggio 1979 e per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno, lanciando un messaggio di solidarietà e speranza ai genitori che non hanno più notizie dei loro bambini. Viene celebrata nell’ambito della rete Globale per i Bambini Scomparsi, un programma del Centro Internazionale per i Bambini Scomparsi e Sfruttati (ICMEC), che opera per sensibilizzare sul tema dei bambini scomparsi.
“È un fenomeno spesso sottovalutato, ma che affligge tantissimi bambini e famiglie – spiega ai nostri microfoni Rosalba Ceravolo di Telefono Azzurro – Abbiamo i casi di sottrazione, quando uno dei due genitori si allontana volontariamente con un minore, spesso all’interno di famiglie transculturali; Abbiamo le fughe da casa o da istituto; E i casi di minori stranieri non accompagnati, che sono in crescita a causa dei flussi migratori che interessano i paesi europei e in primis l’Italia“.
Il fenomeno riguarda tutti i paesi del mondo: secondo stime recenti, almeno 8 milioni di bambini scompaiono ogni anno, vale a dire 22mila al giorno. In Europa sono 270mila, ossia uno ogni due minuti. Nel nostro paese il 116.000 – numero unico europeo per i bambini scomparsi, gestito in Italia da Telefono Azzurro – ha contato dal 2009 610 minori scomparsi: “questo dato dà solo una misura parziale, perché le forze dell’ordine hanno una casistica di migliaia di scomparse, in quanto vengono sempre informate”.
In occasione della Giornata internazionale dei Bambini Scomparsi, Telefono Azzurro lancia l’allarme sul rischio chiusura per il 116.000, a causa dei tagli della Commissione europea: “La nostra denuncia è per una mancanza di consapevolezza della gravità di questo fenomeno – sottolinea Ceravolo – Il nostro numero 116.000 operativo dal 2009 rischia di chiudere, perché i fondi europei si sono esauriti già dai primi di febbraio. Abbiamo già lanciato appelli alla politica e alla società civile per capire se c’è l’intenzione di contribuire affinché il 116.000 italiano non chiuda. Purtroppo ad oggi non abbiamo una risposta“.