Ingressi forzati, interni devastati e tantissime attrezzature, materiali e impianti scomparsi. È quanto gli attivisti di ExCentrale hanno trovato questa mattina quando si sono recati nello spazio in via di Corticella. Lo denunciano gli stessi profili social di ExCentrale, che ormai cinque anni fa hanno recuperato lo stabile in stato di abbandono per fare un “hub delle periferie”.
«Devastare ExCentrale significa devastare uno spazio di tutte e di tutti, in cui ciò che vi è dentro è costruito dall’impegno giornalinero di attiviste, di solidali», si legge nel post.
Lo spazio di ExCentrale in Bolognina è stato vandalizzato
Gli stessi attivisti raccontano che non è la prima volta che episodi del genere si verificano in Bolognina. «Di ferite in questo quartiere ne vediamo tante, troppe: dalle scuole Federzoni messe a soqquadro più volte, da innumerevoli spazi scardinati, dall’epidemia di crack dilagante che continua ad avvelenare vite, dalle spaccate ai vetri rotti ai taser sparati a cuor leggero, fino alle squallide capagne elettorali costruite sulla nostra pelle e sui nostri drammi», spiegano.
Tuttavia chi anima lo spazio in via di Corticella non è interessato a «urlare al ladro» o a «puntare il dito su singole persone». La devastazione dello spazio viene trasformata in un’occasione per pensare a risposte per cambiare il quartiere fuori dalle logiche e dalle retoriche che vengono sempre proposte.
«La risposta non può essere sempre e soltanto quella di più controllo, più polizia, più punizione – spiega ai nostri microfoni Isa di ExCentrale – Forse invece serve più cura e attenzione a quelli che sono i bisogni del quartiere che, come emerge dalle rete solidali che operano in Bolognina, sembrano essere più risorse, servizi e spazi di autorganizzazione dal basso».
Per questa ragione ExCentrale rilancia l’assemblea di quartiere, che era già prevista per le 18.30 di domani pomeriggio, giovedì 15 maggio, a Fondo Comini. «Era stata pensata come momento, dopo la bella festa di strada del 25 aprile, per consolidare quelle reti e passare a proposte concrete», spiega l’attivista. Dopo quanto accaduto allo spazio di via di Corticella, la necessità di immaginare percorsi per cambiare la Bolognina si fa ancora più urgente.
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