Emergenza sì, panico no. È questo il sunto della conferenza stampa tenuta in serata dagli assessori all’ambiente e all’agricoltura dell’Emilia Romagna Irene Priolo e Alessio Mammi. Come già anticipato ieri, il presidente Bonaccini si prepara a firmare il decreto per la richiesta di stato d’emergenza regionale. Tra le altre cose il decreto istituisce la cabina di regia regionale, che si è riunita oggi e avrà come primo compito la stesura della relazione necessaria per formalizzare la richiesta di stato d’emergenza nazionale. E proprio la dichiarazione di crisi a livello italiano, e non solo regionale, è l’obiettivo dichiarato della giunta emiliano-romagnola.

Emergenza siccità: Ferrara e Ravenna le zone più a rischio

«La situazione è difficile, ma non abbiamo ancora un livello d’allarme tale da mettere in discussione la risorsa idropotabile» spiega l’Assessore Priolo. Le zone più critiche sono Ferrara e Ravenna, seguite in subordine da Parma e Piacenza. «A Ferrara Hera ha messo in funzione una pompa di adduzione, mentre Ravenna si approviggiona tramite il canale emiliano-romagnolo» prosegue. L’osservato speciale rimane il Po, che al primo giorno di estate si avvicina pericolosamente ai suoi minimi storici. «A Pontelagoscuro la portata è di 180 metri cubi al secondo, l’anno scorso era 559».

Al momento i consumi domestici sono garantiti e non appaiono a rischio. Più complessa la situazione per il settore agricolo: «Abbiamo mais, pomodoro, riso e produzione frutticola da salvaguardare» spiega l’Assessore Mammi. Anche industria ed energia sono toccate dal problema: la centrale idroelettrica di Isola Serafini è spenta da quattro giorni per mancanza di acqua, e il petrolchimico di Ravenna è tenuto sotto osservazione. L’Assessore Priolo comunque rassicura: «per ora nessun rischio blackout legato alla scarsità idrica».

La strategia che la Regione immagina nell’immediato la illustra Mammi: dichiarazione di emergenza a livello nazionale, solidarietà tra regioni per la condivisione delle risorse idriche e aiuti per eventuali danni subiti dall’agricoltura. Nel breve periodo, però, la palla passa alle infrastrutture. «Dobbiamo usare i fondi del PNRR per invasi e stoccaggio. Oggi intercettiamo solo il 10% dell’acqua piovana». Nelle prossime settimane sarà fondamentale il ruolo dei grandi laghi – nessuno dei quali si trova in territorio emiliano-romagnolo. «Se non rilascieranno più acqua nel sistema è un problema, ma non dipende da noi. Anche per questo serve una regia nazionale» dice Priolo.

Anche i consumi dei privati cittadini giocano un ruolo nella strategia regionale. Per ora niente razionamenti, ma la calda raccomandazione ad un uso moderato dell’acqua e un’ordinanza tipo redatta dall’Agenzia Atersir e rivolta ai Comuni, volta a ridurre i consumi idrici per usi non indispensabili. All’interno anche indicazione sugli orari di utilizzo dell’acqua. «Diciamo che in questo momento bere è fondamentale, lavare la macchina no» commenta Priolo. Starà poi ai primi cittadini decidere se e come attuare l’ordinanza.

Sia Priolo sia Mammi insistono sul ruolo giocato in questa crisi dal riscaldamento globale. «Più che di un cambiamento parlerei di uno stravolgimento climatico» spiega Mammi. Ma interrogato sulla possibilità che la Regione riveda le sue posizioni sull’estrazione di idrocarburi, la risposta sembra essere negativa.

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Lorenzo Tecleme