È stato lo storico direttore di Rai 3, ma anche intellettuale, critico letterario, saggista e, non ultimo, assessore alla Cultura del Comune di Bologna durante il mandato di Sergio Cofferati. A 93 anni è morto nella notte Angelo Guglielmi.
«È stato colui che ha inventato la tv moderna – afferma ai nostri microfoni Loris Mazzetti, ex dirigente Rai e collaboratore di Enzo Biagi – Quando muore qualcuno si dice sempre che se ne è andato un grande. In questo caso è proprio vero».

Rai 3 e non solo: Angelo Guglielmi e la tv moderna

A certificare l’impronta innovativa e creativa di Guglielmi nella televisione pubblica italiana sono i format che lanciò, molti dei quali sono ancora presenti nella programmazione televisiva. Da “Samarcanda” di Michele Santoro alla “Tv delle ragazze” di Serena Dandini, da “Blob” di Enrico Ghezzi a “Quelli che il calcio” di Fabio Fazio. E poi ancora: “Un giorno in Pretura“, “Chi l’ha visto?“, “Mi manda Lubrano” e personaggi come Gad Lerner, Franca Leosini, Piero Chiambretti, Donatella Raffai e altri ancora.

«Io ho un grande rammarico – osserva Mazzetti – Non ci siamo mai incrociati a livello professionale perché quando lui era a Rai 3 io lavoravo a Rai 1».
Tuttavia Mazzetti riporta che Guglielmi gli seppe stare vicino nella fase più buia della sua carriera, cioè in seguito al cosiddetto “editto bulgaro”, quando l’allora premier Silvio Berlusconi da Sofia disse che non voleva più nella tv pubblica personaggi come Michele Santoro, Daniele Luttazzi ed Enzo Biagi.
«Un carattere fortissimo – continua l’ex capostruttura – mai domo e mai disponibile ai compromessi. E questa era la sua forza per fare la televisione che ha fatto».

Per questo suo spirito indipendente, però, Guglielmi non è stato molto amato dalla politica. «La politica dovrebbe chiedergli scusa – sottolinea Mazzetti – Io non dimenticherò mai quando incontrai Angelo Guglielmi in via Teulada in quello che veniva definito il “cimitero degli elefanti”, quando la Moratti lo mise da una parte. Una vera vergogna».
Mazzetti però ricorda anche il contributo intellettuale che Guglielmi diede all’Italia. Allievo di Luciano Anceschi, Guglielmi ha fatto parte del gruppo 63 e ha contribuito alla cultura italiana almeno fino alla carica di assessore alla Cultura a Bologna.

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