La Suprema Corte apre al ricalcolo delle pene per i detenuti per spaccio lieve. La sentenza arriva a pochi mesi da quella della Corte Costituzionale, che aveva dichiarato incostituzionale le legge Fini-Giovanardi. Le porte del carcere potrebbero aprirsi per circa 10 mila reclusi.

Ennesimo colpo per la legge Fini-Giovanardi sulle droghe. Dopo che a febbraio la Corte Costituzionale l’aveva dichiarata incostituzionale, la Cassazione ha aperto al ricalcolo della pena per i detenuti condannati con le pene previste dalla legge, con particolare riferimento alla detenzione per piccolo spaccio. La Suprema Corte ha accolto un ricorso della procura di Napoli contro la decisione del tribunale che aveva negato a un condannato recidivo per piccolo spaccio di ottenere il ricalcolo della pena, vista la sentenza della Consulta.

Mi pare una grande notizia. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale ha rotto un altro tabù: l’intangibilità del giudicato. La Cassazione ha detto di fronte ad una legge incostituzionale, non si può eseguire una pena illegittima, e c’è la possibilità, per il condannato, di vedere la pena ricalcolata sulla base della legge in vigore.” dice Franco Corleone, del Forum Droghe.

“Questa sentenza -continua- può dare dei risultati imponenti per quanto riguarda la Fini-Giovanardi, perchè alla fine del 2013, su 62 mila detenuti, 23 mila erano condannati per violazione dell’art.33, detenzione ai fini di spaccio.La percentuale di detenuti interessati dalla sentenza si aggira intorno al 40%.” La legge parificava la detenzione di droghe leggere a quella di droghe pesanti, con pene dai 6 ai 20 anni di reclusione. Ora torna in vigore la legge precedente, conosciuta come Jervolino-Vassalli, che prevede pene da 2 a 6 anni di reclusione.

“La decisione della Cassazione dà il via libera agli incidenti di esecuzione, cioè la richiesta al magistrato di ricalcolo della pena” spiega Corleone, che sottolinea come la procedura potrebbe, però, rivelarsi molto lunga.

Sarebbe il momento -afferma- che dopo questa “supplenza” della giustizia, prima della Consulta poi della Cassazione, la politica battesse un colpo.” Corleone fa riferimento alla proposta di Luigi Saraceno, che prevederebbe di abbattere di 2/3 le pene erogate. “Sarebbe un’opera di giustizia e una risposta alla Corte Europea dei Diritti Umani” conclude.