Sabato 3 novembre il pubblico del Teatro Comunale di Ferrara è partito insieme con Alice e con i danzatori di Aterballetto per il Paese delle meraviglie.
Alice nel paese delle meraviglie è la prima commissione ‘a serata’ per Aterballetto di Francesco Nappa che, dopo una importante carriera di danzatore in grandi compagnie internazionali, dal Royal Danish Ballet al Nederland Dans Theater ai Ballets de Monte Carlo, da qualche tempo ha avviato una personale ricerca coreografica firmando creazioni per alcune formazioni europee.
Del famoso racconto di Lewis Carrol l’hanno attratto la modernità e il continuo gioco di rimandi fra senso e non senso, fra sogno e realtà, sia come duplice modalità di rapportarsi alla vita che ci circonda, sia quali componenti costanti della costruzione dell’identità, specie nell’adolescenza. Nel ricreare la potenza immaginifica del viaggio metaforico di Alice, Nappa è aiutato non solo dai costumi di Santi Rinciari e dalle luci di Carlo Cerri, ma anche dalle creazioni video di Gilles Papain, video maker di fama mondiale. Alberi bianchi stilizzati e in movimento, bagliori verdi che simili a lucciole illuminano il buio, linee verticali che s’allungano sul palcoscenico moltiplicandosi in griglie labirintiche, una rigogliosa e lussureggiante foresta, creano l’ambiente in cui Alice compie il proprio percorso onirico di maturazione e d’iniziazione, caratterizzato da strani, misteriosi incontri. Tra questi ci sono alcune nuove creature, come ad esempio l’Uomo Bianco che sostituisce il Bianconiglio come guida di Alice, oppure la Regina degli Scoop al posto della Regina di Cuori, o ancora strani e sinuosi personaggi filati. In ognuno di questi personaggi Francesco Nappa ha immaginato che ci fosse un po’ della personalità di Carroll, ma questa operazione di immedesimazione tocca il suo apice con il Cappellaio: il passo a due finale esplora infatti il rapporto creatosi fra Alice Liddell, la bimba che ha ispirato il personaggio del racconto, e lo stesso Carroll, diventando una danza che esprime un puro sentimento di amore.
Sulla musica di diversi autori, da David Byrne a Michael Nyman a John Lurie, eseguite da Balanescu Quartet, la coreografia si sviluppa attraverso un susseguirsi di quadri narrativi ed una gestualità che disegna stilemi contemporanei di matrice neoclassica, che ricordano Kylian: movimenti dal graffio veloce, dalle linee allungate, dai nodi intricati nei terzetti e quartetti. Alla fine, proprio come accade ad Alice, è come se ci risvegliassimo da un realissimo sogno di cui però non è rimasta che una indefinibile sensazione di ricordo.
Federica Pezzoli