radiocitta’fujiko e Librerie.Coop, i libri e gli autori diventano protagonisti in radio, ogni settimana interviste, consigli di lettura e appuntamenti. Giovedì 21 aprile gli ospiti sono Andrea Vitali e Alberto Piccinini.

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Continua la saga ambientata a Belleno, paesino in provincia di Lecco, dove Andrea Vitali orchestra le sue storie solo in superficie commedie. Medico prestato alla scrittura, con ottimi successi tra premi, critica e vendita di quasi 2 milioni di copie complessive. Tra i titoli citiamo “Il meccanico Landru”, “Una finestra vista lago”, “La figlia del podestà”, “Olive comprese”, tutti immersa nel suo piccolo mondo di provincia, all’interno del quale Vitali dipinge il ritratto di una società complessa e articolata, capace di contenere la varietà e l’universalità italiana. Se però gli altri romanzi si svolgevano soprattutto durante il ventennio fascista, nell’ultimo “La leggenda del morto contento” (Garzanti) si anticipa passando al secolo precedente con l’Italia ancora disunita e la dominazione austriaca a dettar legge. 1843 Emilio e Francesco sono due rampolli di ricche famiglie che naufragano nel lago di Como. E’ stato davvero il vento il responsabile della tragedia? Sono giovani troppo importanti perché il fatto, anche se apparentemente da imputarsi alla sfortuna, rimanga senza un colpevole. Se fossero stati due poveracci, tutti avrebbero dimenticato in fretta, e invece come in ogni borgo che si rispetti, ognuno ha una sua teoria personale e per mantenere la pace sociale ed economica giustizia sarà compiuta.

“Son partito da documenti originali, che testimoniano l’accaduto, questo naufragio avvenuto il 25 luglio 1843 nel lago Lario di fronte al molo di Belleno. Documenti preziosi, ufficiali che insieme ai numerosi articoli delle Gazzette locali raccontano l’importanza e l’eco di quanto accaduto. Leggendoli qualche anno fa è partita la molla per questa storia. Come per gli altri romanzi sono partito da un fatto vero o verosimile.

La professione di medico mi ha aiutato. Ma soprattutto nelle mie storie influisce il fatto di essere un provinciale, nato, cresciuto e educato in provincia. Anche l’ambiente geografico è importante per me. La professione non ha fatto altro che arricchire questa sorta di archivio di personaggi, modi di dire e fare, vizi e comportamenti che sono interessanti per uno come me che ha voglia di raccontare. . storie. Il medico è un mestiere fatto di molto chiacchiera e ascolto, saltano spesso fuori storie divertenti. “Olive comprese” e “Dopo una lunga e penosa malattia” non sarebbero mai nate, chi mi stata davanti in ambulatorio consapevolmente o no mi ha dato lo spunto giusto

Non uso il dialetto, che considero una spezia preziosa ma che non rovini il piatto. Preferisco italianizzare uno slang perché sia comprensibile a tutti. L’utilizzo del dialetto, mi lascia qualche sospetto e confinerebbe le storie alla terra in cui sono ambientate, mentre ho la volontà e vanità di propormi a chiunque”.

Massimo Coppola e Alberto Piccinini per Isbn Edizioni hanno pensato ad un Atlante illustrato sul calcio, prima è uscito il volume anni ’80 e ora quello anni ’70. Entrambi molto fotografici, i testi sono giusto un accompagnamento all’immagine. Una scelta che esalta l’epica calcistica, le vittorie, il gesto atletico, i gol, i campioni e le squadre, ma che vira molto sull’immagine popolare e televisiva delle star sportive. Alcuni sono ritratti a casa in salotto, o alla guida dell’auto appena comprata. Così il libro assume anche un taglio sociologico.

“Anche calcisticamente gli anni ’80 sono più ricchi, più glamour, più colorati e forse più nostalgici dei ’70. Sui ’60 già si è fatta molta operazione di recupero della memoria, mentre i ’90 ancora non hanno questo fascino. Non so se andremo avanti, un’idea è andare avanti sempre in questa forma alla storia della televisione.

Avevamo pensato di scrivere anche dei testi, poi abbiamo preferito usare le foto come se fossero a metà tra un catalogo d’arte e una vecchia rivista trovata in un cassetto. Ci interessava la reazione emotiva anche nostalgica o divertente del lettore che apre il libro anche a caso

Ci interessava la costruzione del calciatore pop star. Processo evidente negli ’80, e che ha suo inizio nei ’70. Quindi risalto anche al privato: Anastasi o De Sisti fotografati nel salotto di casa ricostruiscono un epoca. Il calcio diventa non più solo uno sport, ma spettacolo

La memoria di quel calcio è paradossale. Chi ha visto quel calcio in realtà ha visto poche partite rispetto a quante ne vediamo oggi, la sua memoria è costruita sui 10 secondi di sintesi alla domenica sportiva. Sul blog del libro raccogliamo anche documenti, foto aneddoti dei lettori, la loro memoria è fondamentale.

Io sono romanista e Massimo Coppola milanista. Io non mi son fatto influenzare dal tifo perché i ’70 sono gli anni della Lazio, la squadra di brutti, sporchi e cattivi, pistoleri e fascisti che vince lo scudetto. La loro storia però è straordinaria, è legata a quello che succede nella società. Esempio tragico è la storia di Re Cecconi, giocatore di quella Lazio, che per scherzo finge una rapina e l’amico gioielliere gli spara. In un momento così politicizzato, il calcio è lo sport del disimpegno, anche se racconta quello che succede intorno”.