Abitare Bologna è il progetto della neonata associazione La Boa, che vede tra i suoi fondatori l’ex assessore alla cultura Alberto Ronchi. Le priorità sono: cultura, diritti ed educazione per un nuovo modello di città. Ronchi: “Siamo un’associazione prima di tutto laica.”

E’ stato presentato oggi alla Onoarte il nuovo progetto, Abitare Bologna, che ha tra i suoi promotori l’ex assessore alla cultura Alberto Ronchi. “Vuol essere un contributo, non un programma elettorale – sottolinea Ronchi – per la costruzione di un progetto che indichi delle strade alternative rispetto al modo in cui si sta governando la città di Bologna.”

Innanzitutto la scelta ricade sulla costituzione di un’associazione “laica”, La Boa, il cui nome semanticamente richiama “un punto di approdo” che presenta dei contenuti concreti: dal welfare alla mobilità, dall’istruzione a un diverso modo di intendere gli spazi, come è  anche sottolineato dal nome del progetto. Abitare significa condividere una città, che al momento, per l’ex assessore, è “soffocata da una burocrazia regolamentare”, motivo per cui si propone una “deregulation”. In altri termini una semplificazione delle regole che vada, ad esempio, ad abolire il regolamento delle libere forme associative per avere più trasparenza con gli interlocutori. “Ci sono delle realtà culturali, ma anche del welfare e relative ai diritti che vanno assunte come patrimonio della città”, secondo Ronchi.

Le priorità dell’associazione sono chiare: cultura, nel senso più ampio, educazione e diritti. “Bisogna fare delle scelte, perché i soldi non sono infiniti. Bisogna decidere su che cosa il settore pubblico deve investire e in cosa no.

Bene comune e cittadinanza attiva sono una possibile chiave di lettura per la visione della città proposta, “non in senso demagogico, ma riconoscendo delle realtà che sono nate dal basso. Questo vuol dire aprirsi a modelli alternativi, che, non essendo impostati dall’alto, sono forme di autorganizzazione.” E in queste parole si sente ancora calda la vicenda di Atlantide, su cui Ronchi ritorna, attaccando Giorgetti: “Su Atlantide potevano esserci diversi problemi, ma non quello della legalità. Si poteva resistere all’esposto. Dove c’era uno spazio vivo, adesso c’è un muro”. E aggiunge: “Un’amministrazione deve sapere confrontarsi con queste realtà autogestite”.

In questi giorni, intanto, si sta portando avanti una riflessione, per le prossime amministrative, su una possibile lista unica a sinistra del Pd, dove confluiranno soggetti politici che vengono da esperienze diverse tra loro. In questa direzione andrebbe anche Abitare Bologna. Ronchi si dice ottimista nell’unire queste sensibilità differenti. “C’è un confronto interessante in questo momento per un progetto per la città. È ovvio che quando ci si vuol mettere insieme, si valorizzano le parti in comune. Questa è la politica. È giusto confrontarsi e costruire un’ipotesi di lavoro che permetta di mettere insieme diverse sensibilità.”

Alina Dambrosio