Viola Mazzotti, la 23enne originaria di Cervia che ieri è stata investita e uccisa mentre andava in bicicletta all’angolo tra via dell’Arcoveggio e via De Giovanni a Bologna, è la settima vittima della strada nel solo 2025. Poco meno di un mese fa aveva perso la vita Ettore Pausini, zio della cantante Laura, mentre percorreva in sella alla sua bici gli Stradelli Guelfi.
Il 2025 si prefigura come un anno nero per la sicurezza stradale a Bologna, in particolare per gli utenti deboli della strada. È questa la ragione che le realtà delle due ruote e quelle che hanno sostenuto Bologna Città 30 ora incalzano l’Amministrazione comunale a fare di più.
Sicurezza stradale e Città 30: le associazioni chiedono più coraggio all’Amministrazione
Questo pomeriggio, alle 18.00, proprio nel luogo in cui è morta la giovane, ci sarà un presidio indetto sia da Salvaiciclisti che da Bologna 30. «Più coraggio» e «un gesto concreto» sono le richieste che le associazioni rivolgono al Comune di Bologna per migliorare la sicurezza stradale e salvare vite.
A parlare sono i dati. Se nel primo anno dall’introduzione di Bologna Città 30 nessun pedone aveva perso la vita, gli incidenti stradali mortali erano stati dimezzati (-49%) ed erano calati anche gli incidenti totali (-13,1%) e quelli con feriti (-9,78%), l’anno in corso avrà ben altre statistiche. Sono infatti già 5 i pedoni che hanno perso la vita e 2 i ciclisti che hanno subito la stessa sorte.
«Città 30 è un modello che funziona ma va applicato – commenta ai nostri microfoni Sara Poluzzi di Bologna 30 – Gli ingredienti per il funzionamento sono tre: il ridisegno delle strade, la comunicazione e i controlli».
Non basta, infatti, abbassare il limite di velocità come è stato fatto. E i dati del 2025 confermato che, calata la comunicazione dei primi periodi, «l’attenzione della cittadinanza è scesa e inevitabilmente sono aumentati gli incidenti», sottolinea Poluzzi.
Su questo versante c’è il tema dei controlli, per il quale l’Amministrazione comunale viene sferzata da più parti. «Non è possibile che nel 2025, su tutto il territorio comunale, siano state comminate solo sei multe per eccesso di velocità», sottolinea la portavoce di Bologna 30.
Nel merito della tragedia di ieri, però, a pesare è stata soprattutto l’infrastrutturazione stradale. «Intanto la pista ciclabile che stava percorrendo la ragazza è promiscua, cioè vede la presenza sia di ciclisti che di pedoni e ciò andrebbe evitato – spiega Poluzzi – Se quell’incrocio fosse stato disegnato e progettato in maniera corretta, non sarebbe potuto materialmente succedere quel fatto».
Nel concreto, Bologna 30 chiede interventi fisici e strutturali di “traffic calming”: almeno 200 cuscini berlinesi e decine di dossi, strisce pedonali e ciclabili rialzate, golfi ampi agli incroci che impediscano di tagliare facilmente la curva.
ASCOLTA L’INTERVISTA A SARA POLUZZI:
Sulla stessa linea anche Salvaiciclisti, che evoca anche il tema dei mezzi pesanti. È infatti stato un camion di un cantiere del tram il mezzo che ha travolto e ucciso Viola ieri.
«Chiediamo che venga introdotto l’obbligo per tutti i mezzi pesanti di avere sensori per gli angoli ciechi – commenta ai nostri microfoni la presidente Isabella Cioccolini – e chiediamo di aprire una riflessione sul consentire la circolazione in città di mezzi di grandi dimensioni, soprattutto nelle fasce orarie più sensibili, e di definire tempi, orari e dotazioni di sicurezza degli stessi mezzi perché ciò avvenga in modo realmente sicuro».
ASCOLTA L’INTERVISTA A ISABELLA CIOCCOLINI:






