«Sono state colpite zone di montagna, rurali e isolati, e le poche strade che c’erano sono rese inaccessibili dalle slavine. L’unico modo per far arrivare i soccorsi è a percorrere 3-4 ore a piedi o tramite elicottero».
La voce di Fabio Ceccacci, direttore della We World Onlus, descrive il terribile scenario del terremoto di magnitudo 6 che ha colpito l’Afghanistan alle 23:47 ora locale (le 21:17 in Italia). Le scosse hanno investito le città montane della provincia di Kunar, vicino a Jalalabad, mietendo più di 800 vittime e ferendo oltre 1.500 persone; numeri che sono destinati a salire col passare delle ore.
Terremoto in Afghanistan, i talebani richiedono il supporto della comunità internazionale
Il governo talebano ha chiesto l’aiuto immediato di quante più organizzazioni umanitarie disponibili per ovviare alle risorse d’emergenza limitate che il paese possiede. L’ospedale provinciale di Asadabad, capoluogo della provincia afghana di Kunar, ha ricoverato durante tutta la notte «un paziente ogni cinque minuti», stimano i medici afgane.
«In questo momento – fa sapere Checcacci – le autorità locali si stanno coordinando con l’Onu e le Ong accorse sul territorio, non solo per l’immediato soccorso dei feriti, ma anche per aiutare le popolazioni colpite al rigido inverno che investirà le zone montuose interessate del terremoto».
L’Afghanistan non è nuovo a episodi sismici di questa entità: nell’ottobre 2023, il governo ha stimato che almeno 4.000 persone sono morte in seguito a un terremoto di magnitudo 6,3, mentre nel 2022 un altro terremoto di 5,9 ha colpito la provincia di Paktika, uccidendo più di 1.000 persone e lasciando decine di migliaia di senzatetto. Un cupo registro che quest’oggi dovrà essere aggiornato.
Per questo, organizzazioni come We World Onlus sono da anni presenti nel paese per affiancare la stremata popolazione afgana. Checcacci racconta che «We World è tornata in Afghanistan nel 2021, dopo la presa di potere dei talebani, e ci occupiamo in primis di sicurezza alimentare e prevenzione disastri», svolte soprattutto in questi giorni «in stretta collaborazione con i partner locali, con i quali prevediamo di raggiungere le zone terremotate già da domani».
Checcacci lancia infine un appello per chiunque voglia contribuire alla salvaguardia del popolo afgano: «Verranno aperte campagne di raccolta fondi specifiche in risposta a questo recente terremoto. È sufficiente rimanere in contatto con i profili social di We World per chi vuole aiutarci».
ASCOLTA L’INTERVISTA A FABIO CHECCACCI:
            
            
            
	






