È stato un presidio contro “TeleMeloni”, cioè contro l’oscuramento riservato dalla Rai ai referendum dell’8 e 9 giugno, quello organizzato dal Pd davanti alla sede emiliano-romagnola della televisione pubblica questa mattina. Per i dem è inaccettabile che il servizio pubblico abbia destinato finora appena lo 0,62% della copertura mediatica alla consultazione su quattro quesiti che riguardano il lavoro e uno che riguarda la cittadinanza.
Oltre alla copertura informativa, i vertici del Pd, sia locali che nazionali, chiariscono anche la linea del partito, resa incerta da alcune dichiarazioni di esponenti della minoranza interna, la cosiddetta ala riformista. La linea del partito è di votare cinque sì.

Il Pd protesta contro “TeleMeloni”, l’oscuramento dei referendum

Al presidio di questa mattina davanti alla Rai dell’Emilia-Romagna c’erano l’ex assessore regionale e attuale responsabile organizzativo nazionale del Pd Igor Taruffi, il segretario regionale Luigi Tosiani, il capogruppo in viale Aldo Moro Paolo Calvano e altri esponenti del partito, insieme contro l’oscuramento dei referendum da parte di “TeleMeloni”.
«Oggi stiamo facendo presìdi in tutta Italia su proposta della segretaria nazionale Elly Schlein», ha spiegato Tosiani.
Quello dei cittadini a essere informati sull’appuntamento referendario è un diritto e per i dem è grave che alte cariche istituzionali, come il presidente del Senato Ignazio La Russa invitino a disertare le urne.

Il presidio sotto la Rai è stato anche l’occasione per chiarire definitivamente la linea del partito rispetto alla casella da barrare sulle schede elettorali. Il dubbio, infatti, era sorto dopo alcune dichiarazioni di esponenti dell’ala riformista del Pd, come gli eurodeputati Stefano Bonaccini e Pina Picierno, che avevano espresso contrarietà ad alcuni quesiti relativi al lavoro, in particolare quelli che chiedono l’abrogazione del Jobs Act, la riforma del lavoro renziana approvata dallo stesso Pd.
«C’è stata una direzione nazionale in cui il documento per i cinque sì è stato votato all’unanimità», sottolineano sia Tosiani che Taruffi.

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Per il Pd dunque l’obiettivo per il referendum è duplice. Da un lato favorire la partecipazione al voto allo scopo di raggiungere il quorum necessario per validare la consultazione. Per questa ragione i dem incalzano la Rai affinché informi adeguatamente la cittadinanza.
Dall’altro la vittoria dei sì ai referendum, per garantire tempi più brevi per l’ottenimento della cittadinanza e più tutele sul lavoro, a partire dalla reintroduzione dell’articolo 18 contro giusta causa.
Dopo aver firmato per la presentazione dei quesiti, con il “sì” ai referendum Schlein compie una svolta di discontinuità con le politiche dello stesso partito nel passato. 

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