«Non aspettatevi da me una polemica». È la premessa dell’assessore alla Salute della Regione Emilia-Romagna Raffaele Donini nel presentare i dati sugli accessi i Cau, i Centri di Assistenza e Urgenza pensati per ridurre la pressione sui Pronto Soccorso per i problemi di salute meno gravi.
Il riferimento è allo stato di agitazione proclamato da Fimmg, il sindacato dei medici di base, che proprio due giorni fa ha annunciato una protesta che prende di mira anche le nuove strutture sanitarie.
Quasi 400mila pazienti in meno al Pronto Soccorso: i dati sui Cau
«Nel 21% dei casi le persone che si rivolgono ai Cau vengono indirizzati dai medici di base – aggiunge poi Donini – Quindi evidentemente tutta questa ostilità non c’è».
Per difendere i Cau, però, la Regione sceglie la via dei dati, riferiti alle 42 strutture operative al momento sul territorio regionale, che saliranno a 50 entro pochi mesi. E che fino ad oggi hanno drenato quasi 400mila pazienti dai Pronto Soccorso. «La nostra previsione di allentare la pressione di 500mila unità – sottolinea l’assessore – si rivela quindi anche sottostimata».
Nello specifico nei Pronto Soccorso presi d’assalto negli ultimi anni si è prodotta per la prima volta una diminuzione degli accessi che complessivamente si attesta al 7%, ma che per quanto riguarda le patologie di bassa gravità è più consistente: -20% per i codici bianchi e -10% per i codici verdi.
«Ciò non significa che ora al Pronto Soccorso stanno larghi, tutto è risolto e stanno bene – precisa l’assessore – La pressione è ancora alta, ma questo è solo l’inizio di una riforma che richiederà tempo per ottenere i risultati sperati».
Tra i vari dati forniti dalla Regione, coadiuvati anche da oltre 6mila questionari di gradimento compilati dagli utenti dei Cau, c’è anche quello sulla permanenza nelle strutture, che registra una media di 90 minuti. In altre parole, in un’ora e mezza in media il problema di salute per il quale ci si è rivolti al Cau viene risolto.
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