Un altro venerdì si infuoca per il Bologna Jazz Festival con un cartellone ricco di eventi. La serata del 14 novembre inizia al MAST Auditorium alle ore 20:00 con “Storia del jazz. Una prospettiva globale” e alle 21:00 con Aaron Parks Quartet; prosegue a Forlì col concerto dei Kurt Rosenwinkel Trio in Sala San Luigi; poi è il turno dei Giraffe al Binario69; Samuel Blaser Trio al Torrione Jazz Club di Ferrara; Adrian Younge and his orchestra al Locomotiv Club; Naama Quartet alla Camera Jazz & Music Club; e infine Luke Bacchus allo Sghetto Club.
Bologna Jazz Festival: il programma del 14 novembre
“Storia del jazz. Una prospettiva globale” è il titolo del libro di Stefano Zenni, che per l’occasione dialoga con Giordano Montecchi sulla storia del jazz attraverso diverse prospettive che tengono conto delle relazioni tra individui e movimenti geografici, dalle migrazioni intercontinentali alle dinamiche urbane locali, degli intrecci tra generi, del legame tra improvvisazione e scrittura, chiarendo i rapporti con le altre musiche, dalla classica europea al rock per comprendere l’evoluzione del jazz.
L’Aaron Parks Quartet riunisce quattro musicisti di altissimo livello per offrire un concerto intenso e raffinato, capace di coniugare eleganza melodica, profondità emotiva e grande maestria improvvisativa. Al centro del quartetto c’è il pianista Aaron Parks (a lungo nei gruppi di Terence Blanchard, Kurt Rosenwinkel e Joshua Redman) un vero protagonista del jazz moderno apprezzato per il suo sofisticato lirismo e per una tecnica impeccabile. Accanto a lui, il sassofonista tenore Dayna Stephens dal suono caldo e avvolgente, ricco di sfumature con una narrativa musicale mai scontata. La sezione ritmica è affidata al contrabbassista Ben Street, figura di riferimento nella musica jazz mondiale, e alla batterista danese Cornelia Nilsson, astro nascente del jazz drumming europeo. Il repertorio del quartetto alterna composizioni originali a rivisitazioni di standard, il tutto forte di un navigato interplay e di una profonda conoscenza del linguaggio jazzistico.
Dotato di una vena compositiva fortemente romantica e di un timbro assolutamente personale e di rara bellezza, in questo trio, il fuoriclasse Kurt Rosenwinkel, di Filadelfia, è eccellentemente supportato dal talento e la classe del batterista Joost van Schaik e dal bassista salernitano Dario Deidda, sempre accanto a Kurt negli ultimi anni anche nelle sue esibizioni negli Stati Uniti. USA, Paesi Bassi e Italia per un jazz moderno, interessantissimo per le innovazioni timbriche della chitarra e per il coinvolgente interplay di grande qualità tra i tre artisti.
Il trombonista Matteo Paggi, al fianco di Enrico Rava nel gruppo Fearless Five e vincitore del Top Jazz 2024, presenta il nuovo progetto: Giraffe. Nel simbolismo, la giraffa rappresenta la lungimiranza: ha la testa lontana dal cuore, e per questo riesce a guardare lontano, a decidere con equilibrio e visione. Così la musica dei Giraffe unisce razionalità e passione, creando un linguaggio personale dove l’ariosità del pensiero incontra l’ardore del sentimento.
Il trombonista svizzero Samuel Blaser, noto per la sua capacità di coniugare tecnica impeccabile e sensibilità espressiva in un linguaggio musicale innovativo e profondamente personale. Il suo trio rappresenta una delle formazioni più originali e sperimentali del jazz europeo dei nostri giorni. Blaser è un musicista che esplora costantemente nuove frontiere sonore, combinando elementi di jazz moderno, improvvisazione libera e influenze della musica contemporanea. Accanto a lui, il chitarrista Marc Ducret è un partner ideale, riconosciuto per il suo stile distintivo che mescola tecniche estese, improvvisazione audace e una grande varietà di colori timbrici. Ducret costruisce dialoghi complessi e stimolanti con Blaser, creando paesaggi sonori che si sviluppano in modo imprevedibile ma sempre coerente. Alla batteria, Peter Brunn sostiene e alimenta la creatività del gruppo con un approccio ritmico fluido e dinamico, capace di passare con disinvoltura da groove ostinati a momenti più astratti e sperimentali.
Adrian Younge è un polistrumentista visionario, compositore vincitore di un Emmy Award e autentico difensore dell’arte analogica. Nel suo studio interamente analogico di Los Angeles, Linear Labs, crea opere immersive che uniscono passato e presente. La sua più recente uscita, São Paulo, riflette la profonda influenza della musica brasiliana sul suo linguaggio sonoro, in continuità con le collaborazioni con leggende come João Donato e Marcos Valle nella serie Jazz Is Dead. Con Something About April III, interamente composto in portoghese, Younge continua a ridefinire la musica contemporanea, preservando l’umanità dell’analogico in un mondo digitale, con una profondità e un’autenticità senza pari.
La vocalist newyorkese Naama invita il pubblico europeo a viaggiare attraverso il paesaggio sonoro da sogno del suo ultimo album, “Dream with Me” Nota per la sua elegante voce vellutata, Naama e la sua band creano una performance ipnotica che trasporta gli ascoltatori in un mondo di emozioni e immaginazione. Ogni concerto è una celebrazione della connessione umana, che esplora il concetto di sogni, grandi, piccoli, dolci e quelli che non si realizzeranno mai. Naama e la sua band promettono una serata indimenticabile di musica che ispira ed eleva.
Sul palco è accompagnata da Nico Menci al pianoforte, Marco Bonvi alla chitarra e Paolo Benedettini al contrabbasso.
Finalista al BBC Young Jazz Musician 2022, Luke Bacchus è uno dei musicisti jazz emergenti più interessanti della scena britannica. Nei suoi brani unisce ritmi coinvolgenti dei Caraibi alle armonie jazz, oltre a un approccio unico nell’esecuzione degli standard. Le esibizioni di Bacchus promettono sempre di essere stimolanti e arricchenti, guidando gli ascoltatori in un viaggio attraverso la vasta storia del popolo africano nelle Americhe.







