Il Bologna Jazz Festival entra nel secondo week end con due serate ricche di appuntamenti: sabato 18 sono previste le esibizioni dei Naimah al Binario69, il ritorno dei Sullivan Fortner Trio al Torrione Jazz Club (a Ferrara), e i Kelvin Sholar Quartet al Camera Jazz & Music Club. I due concerti di domenica 19 sono quello della Nādt Orchestra al Locomotiv Club, e per concludere il live di Ada Flocco alla Cantina Bentivoglio.
Bologna Jazz Festival: il programma di sabato 18 ottobre
I Naimah si incontrano nel 2023 alle jam session bolognesi e tra loro scatta subito l’alchimia giusta che li porta a creare questa band caratterizzata da una formazione non usuale. La particolarità risiede nell’assenza di un batterista: il groove viene creato in modo essenziale e minimale attraverso l’uso di cassa e percussioni che danno respiro e spazio a melodie e armonie. Intrecciano voce, corde e fiati in un suono essenziale e ipnotico, un viaggio emotivo dove il silenzio respira in un’atmosfera intima. Le loro sonorità si muovono in un territorio evocativo ed affascinante, dove il desert blues incontra sfumature di soul, creando un’esperienza musicale intima e profondamente suggestiva.
Beatrice Lenzini (voce), Fabio Mazzini (chitarra e grancassa), Giovanni Tamburini (flicorno) e Luca Pasotti (basso fretless) sono i musicisti dietro il gruppo che ha debuttato il 10 ottobre col primo album, portatore dello stesso nome della band. Si tratta di un disco che esplora l’interiorità e le molteplici sfumature dell’esperienza umana: il bisogno di accoglienza, la difficoltà di comunicare, la ferita della violenza, il legame profondo con la propria terra: un viaggio circolare tra crepe e rinascite, in cui la lingua inglese e quella italiana si intrecciano naturalmente.
I Sullivan Fortner Trio sono un gruppo dal jazz raffinato e ricercato che unisce virtuosismo e profondità espressiva. Il pianista americano Sullivan Fortner, formatosi alla corte del quintetto di Roy Hargrove e collaboratore stabile di Cécile McLorin Salvant, è uno dei talenti più brillanti del jazz contemporaneo, apprezzato per la sua tecnica impeccabile e l’approccio lirico e dinamico al pianoforte. Portavoce della tradizione della natale New Orleans, Fortner porta sul palco una musica ricca di swing, melodie intense e dialoghi musicali coinvolgenti. Accompagnato dal contrabbassista Tyrone Allen II e dal batterista Kayvon Gordon, entrambi interpreti di grande sensibilità e perizia musicale, il trio offre un’esperienza sonora che coniuga tradizione e innovazione, tra brani originali e reinterpretazioni di grandi classici della musica jazz.
Pianista e compositore, Kelvin Sholar proviene da una famiglia di musicisti di più generazioni di Detroit. Ha iniziato da giovanissimo con il canto e, a sedici anni, si è dedicato allo studio del pianoforte, vincendo il primo premio al Michigan Bach Festival con il Clavicembalo ben temperato di J.S. Bach. La sua carriera lo ha portato a collaborare con grandi nomi del jazz come Lenny White, Wallace Roney, Jerry Gonzales, Roy Hargrove, Ronnie Cuber e Greg Osby, oltre che con artisti di altri generi tra cui Stevie Wonder, Q-Tip, Carl Craig e Nigel Kennedy. Oggi si esibisce regolarmente in club e festival internazionali e insegna pianoforte jazz, vocal training in lingua inglese ed elettronica jazz alla Franz Liszt di Weimar. È stato ospite di programmi televisivi, radiofonici, cinematografici e testate giornalistiche di rilievo.
Per questa occasione, si affiancano a lui Piero Odorici al sax tenore, Paolo Benedettini al contrabbasso e Adam Pache con la batteria.
Bologna Jazz Festival: il programma del 19 ottobre
Dopo un release party esplosivo a maggio e un tour estivo di successo, la Nādt Orchestra torna a casa. Formata a Bologna nel 2020, l’orchestra riunisce nove musicisti: Domenico Romano (chitarra), Vincenzo Bosco (pianoforte), Lorenzo Napoletani (basso), Yado Uzun (percussioni), Francesco Guerra (batteria), Federico Privitera (tromba), Lorenzo Righetti (tromba), Riccardo Dalle Vedove (trombone) e Marco Porcelluzzi (sassofono contralto/tenore). Tutti uniti dal desiderio di costruire un linguaggio sonoro contemporaneo e senza confini. Il nome del collettivo prende ispirazione dalla tradizione yogica. Il termine “nādt” fa riferimento ad una disciplina che utilizza il suono, la voce e la musica per raggiungere l’equilibrio psicofisico ed energetico. La loro musica è difatti un crocevia di stili e contaminazioni: un mix che combina il linguaggio del jazz ad elementi provenienti da tradizioni musicali diverse, dall’Africa al Centro America, fino al Medio Oriente, senza temere incursioni in territori elettronici. Nel corso di questi anni, la band ha provato e riarrangiato i brani che costituiscono il corpus del loro album d’esordio, “Dualism”.
Ada Flocco chiude questa settimana del Festival affiancata da Saverio Zura alla chitarra, Filippo Galbiati al pianoforte, Filippo Cassanelli al contrabbasso e Tommaso Stanghellini alla batteria. “Into the Blue”, l’album d’esordio della cantante e compositrice abruzzese, uscito a gennaio di quest’anno per l’etichetta WoW Records di Roma, è un viaggio musicale in otto brani che esplora le profondità dell’animo umano.