Questa mattina ai microfoni di Breakfast Club è stato ospite Daniele Nalbone, giornalista romano, che ci ha parlato dello scandalo della Regione Lazio che ha poi portato alle dimissioni dell’oramai ex presidente della Regione Renata Polverini.

L’analisi politica proposta da Daniele Nalbone vede uscire dalla situazione che ha creato lo scandalo il sindaco di Roma Gianni Alemanno vincitore. Le dimissioni belligeranti della Polverini, che hanno portato allo scontro con tutti e con tutto il Pdl, hanno giovato al Sindaco di Roma che avrebbe spinto il “tasto reset” sulla Regione Lazio viste le sue vesti del “rottamatore del centro destra”.

Sembra inoltre che lo scandalo della Regione Lazio abbia dato vita a una reazione a catena in altre zone del nostro paese, come in Emilia Romagna. “Il problema delle Regioni c’era già, prima di questo scandalo. La questione dei guadagni dei consiglieri regionali era già conosciuta” continua Daniele.

Dopo lo scandalo Fiorito, la voglia di chiedere un taglio ai costi della politica è iniziata a farsi sentire anche dall’opinione pubblica e non soltanto nella Regione dell’ ex-amministrazione Polverini.

“Ciò che è strano è che la finanza si sia mossa nel resto d’Italia a scandalo scoppiato e andando a vedere qualcosa che dovrebbe essere assolutamente pubblico, ovvero i conti dei gruppi all’interno dei partiti”.

Ma è comunque necessario fare delle precisazioni: “Chi vive in una democrazia deve augurarsi che dei gruppi dispongano di finanziamenti e non i singoli consiglieri. La differenza è tutta lì. Non parliamo dei 300 milioni di euro all’anno che muoveva la Regione Lazio. Se un consigliere usasse i soldi dei gruppi per finanziare la piccola palestra di un piccolo comune un senso c’è. Se li usa per ostriche e champagne e comprarsi la gip quando a Roma nevica, ha un altro senso”. Questi finanziamenti determinano la possibilità di stabilire un rapporto tra cittadino elettore ed eletto che va ben oltre la campagna elettorale e che continui durante tutto il mandato.

Selene Cilluffo