Questa mattina un gruppo di attivisti, riuniti sotto la sigla “Ecoresistenze”, ha organizzato un presidio davanti al Tecnopolo di Bologna per denunciare la complicità tra il consorzio interuniversitario Cineca, il Tecnopolo e la multinazionale del settore della difesa Leonardo S.p.A., che collabora militarmente con Israele. Una collaborazione che rappresenterebbe un esempio di integrazione tra ricerca scientifica, profitto economico e industria bellica, con conseguenze negative sul fronte ambientale e sociale.
L’iniziativa arriva a pochi giorni dallo sciopero generale del 28 novembre e dalla manifestazione nazionale del 29 novembre a Roma, appuntamenti ai quali le realtà promotrici dichiarano di voler partecipare.

La protesta contro il Tecnopolo: «Devasta l’ambiente e collabora con Leonardo e la guerra»

Al centro delle critiche vi è il supercomputer Leonardo, ospitato al Tecnopolo e gestito dal Cineca. Gli attivisti hanno denunciato l’esistenza di una partnership con Leonardo S.p.A., azienda attiva nella produzione di sistemi militari, che collabora con l’apparato militare israeliano rendendosi così «complice del genocidio in corso ai danni del popolo palestinese». Oltre a ciò, il supercomputer rappresenterebbe un “colosso energivoro”, con un consumo paragonato a quello di una città di 50mila abitanti e un fabbisogno idrico giornaliero di circa 500 metri cubi.

Durante la conferenza stampa, hanno preso la parola rappresentanti di EcoResistenze Bologna e di altre realtà cittadine impegnate nella costruzione di una rete ecosociale contraria alla guerra e alla devastazione ambientale. Presenti anche esponenti collegati al percorso che sfocerà nello sciopero del 28 novembre.
Nel corso del presidio, gli organizzatori hanno contestato la legge di bilancio del governo Meloni, definita una “finanziaria di guerra”, accusando l’esecutivo di favorire la spesa militare a discapito di sanità, istruzione e investimenti per contrastare la crisi climatica.

A livello locale, le realtà presenti hanno denunciato le trasformazioni urbanistiche in corso a Bologna e criticato il ruolo del Tecnopolo, considerato «un hub di ricerca asservito a logiche di profitto». Gli attivisti hanno ribadito la richiesta di interrompere ogni collaborazione con l’industria bellica.
Per questa ragione, Ecoresistenze parteciperà allo sciopero generale del 28 novembre con uno “spezzone ecologista” e alla manifestazione nazionale del 29 novembre a Roma, nel quadro di una mobilitazione più ampia contro le politiche economiche e militari del governo e contro l’impatto ambientale delle infrastrutture tecnologiche legate alla difesa.

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