Continua incessante la mobilitazione per la Palestina, che ha avuto un picco lunedì 22 settembre in occasione dello sciopero generale. Da quel momento sembrano essersi intensificate le manifestazioni e le iniziative, che potrebbero sfociare in un nuovo sciopero generale qualora Israele decidesse di attaccare la Global Sumud Flotilla.
L’Emilia-Romagna è un territorio molto fertile e tenere traccia di tutte le iniziative è quasi impossibile. Dalle piazze agli ospedali, dai porti alle fiere, la mobilitazione appare quasi universale.
A Bologna assemblea in piazza per la manifestazione nazionale di sabato
Il primo appuntamento in ordine di tempo è a Bologna, questa sera alle ore 19.00 in piazza Maggiore. Qui, dove è già allestito un presidio permanente all’interno dell’iniziativa “Cento piazze per Gaza”, si terrà una nuova assemblea pubblica che ha lo scopo di preparare la manifestazione nazionale del 4 ottobre a Roma. Nella capitale il ritrovo è alle 14.30 a Porta San Paolo, da cui partirà un corteo che raggiungerà piazza San Giovanni.
«La crescita della mobilitazione – osserva ai nostri microfoni Davide dei Giovani Palestinesi di Bologna – è conseguenza anche del lavoro che abbiamo fatto in questi due anni, nonostante una campagna mediatica contraria».
Le rivendicazioni della manifestazione sono sempre le stesse: la fine del genocidio e lo stop di tutte le collaborazioni istituzionali con Israele, al partire dal commercio di armi.
Quanto al piano di Trump e Netanyahu, «penso che il futuro di Gaza lo decideranno i palestinesi, non i potenti del mondo e neanche i colonialisti sionisti».
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A Rimini cresce la pressione sulla fiera per lo stop alla presenza israeliana
Anche in Romagna la mobilitazione cresce di intensità. Dopo il lavoro sul porto di Ravenna, che ha spinto anche l’Amministrazione comunale e la Regione a prendere posizione contro il transito di armi dirette ad Israele, un nuovo fronte è aperto a Rimini e riguarda la fiera cittadina, l’Italian Exhibition Group. Da mesi il comitato Rimini con Gaza esercita pressione sul Comune affinché chieda al gestore della fiera di interrompere i rapporti con Israele.
Un primo risultato è stato ottenuto. «Finalmente il sindaco Jamil Sadegholvaad e il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale hanno chiesto la sospensione della partecipazione di Israele alla fiera del turismo – racconta ai nostri microfoni Maurilio Pirone di Rimini con Gaza – ritenendola inopportuna in questo momento. Noi invece la riteniamo inaccettabile e per tutte le esposizioni».
Proprio oggi, Rimini con Gaza invierà un’altra lettera alle istituzioni per chiedere di «procedere a una sospensione generale e a tempo indefinito della presenza di aziende e istituzioni israeliane presso la Fiera di Rimini».
Non solo. Si chiede alle istituzioni anche di vigilare, perché istituzioni e aziende israeliane camuffano la propria partecipazione sotto altro nome, «ma promuovendo comunque prodotti e servizi israeliani, utilizzando una retorica che vorrebbe Israele come Paese progressista e democratico», sottolinea Pirone.
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I presidi davanti agli ospedali contro la strage di sanitari
Il prossimo 2 ottobre davanti ai principali ospedali dell’Emilia-Romagna si terranno dei presidi in cui verranno letti i nomi di medici, infermieri e soccorritori che sono stati uccisi dall’esercito israeliano.
«Sono 1677 gli operatori sanitari uccisi a Gaza mentre facevano il loro lavoro – sottolinea ai nostri microfoni Jonathan Montomoli, coordinatore del gruppo Digiuno per Gaza che organizza la manifestazione – A Gaza se sei un operatore sanitario o un giornalista rischi la vita di più rispetto a un civile».
Ai partecipanti ai presidi, i cui appuntamenti sono disponibili sul sito di Digiuno per Gaza, viene richiesto di portare un oggetto luminoso, come una fiaccola, un cellulare o una torcia. Alle 21.00 di giovedì 2 ottobre ci si ritroverà per leggere i nomi dei sanitari uccisi e per portare un proprio messaggio.
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