Un venerdì 7 novembre ricco di eventi per il Bologna Jazz Festival, con concerti fra il capoluogo emiliano e le province di Ferrara e Forlì. La serata inizia alle 18:00 con l’evento “La Cantina. Altri appunti sul jazz” che si svolge all’interno del Museo Internazionale e Biblioteca della Musica; successivamente ci spostiamo alla Sala San Luigi di Forlì per gli Uri Caine Trio e poi al Torrione Jazz Club di Ferrara per ascoltare i Lage Lund Trio; dopodiché torniamo a Bologna, alla Camera Jazz & Music Club che ospita i Guido Di Leone Quartet e infine gli She’s Analog allo Sghetto Club.
Bologna Jazz Festival: il programma del 7 novembre
“La Cantina. Altri appunti sul jazz” è un documentario che fa luce su come sia nato il jazz a Bologna e indaga quel luogo ipogeo che per molti decenni è stata la sede ideale, se non unica, del jazz in Italia e in Europa (si pensi alle caves parigine e londinesi, alla loro importanza per la scena musicale dei decenni dai ‘40 ai ’70). Il progetto nasce da un trio di menti composto da Toni Lama, Stefano Landini e Andrea Polinelli il quale, dopo la scomparsa degli altri autori, si è assunto il delicato compito di portare a conclusione un lavoro-documentario di ideazione collettiva. Il film completa infatti un trittico, ideato da Toni Lama, assieme a Compro oro sullo Swing Club di Torino (di Mario Bronzino) e Cocktail bar sul Music Inn di Roma (di Stefano Landini) e rappresenta un contributo prezioso per capire il passato del jazz mentre ne interpretiamo l’attualità.
All’interno di un contenitore rappresentato da un concerto jazz registrato dal vivo nel febbraio del 2025 presso il Camera Jazz and Music Club di Bologna, si inseriscono le interviste ad alcuni dei più significativi personaggi che hanno segnato la storia del jazz in città: immagini di backstage nelle quali si vedono gli autori accedere al locale mentre il proprietario ne spazza le scale, i musicisti che chiacchierano al bar, il pubblico ai tavolini, unitamente a riprese esterne (passanti casuali, turisti incuriositi, attività di lavoro varie), partecipano a sostegno della narrazione, creando un personale neo-realismo sulla scia del film Appunti per un film sul jazz di Gianni Amico del 1965.
Il trio degli Uri Caine rappresenta uno degli ensemble più innovativi e versatili del jazz statunitense, guidato dal pianista e compositore Uri Caine, la cui carriera è segnata da un profondo eclettismo che attraversa generi musicali diversi, dalla musica classica, al jazz, all’avanguardia. Uri Caine è conosciuto per la sua capacità di fondere tradizione e sperimentazione, reinventando gli standard e proponendo composizioni originali con un linguaggio musicale sempre fresco e sorprendente. La sua tecnica virtuosistica e la sensibilità espressiva fanno di ogni sua esecuzione un’esperienza unica. In questo progetto, Caine è accompagnato da due musicisti con cui collabora da lungo tempo: il contrabbassista Mark Helias, capace di costruire linee melodiche profonde e ritmicamente solidissime, e il batterista Ben Perowsky, un interprete estremamente versatile, dal drumming dinamico e sofisticato.
Lage Fosheim Lund (nato il 12 dicembre 1977) è un chitarrista jazz norvegese che vive a New York. Inizialmente aspirando a diventare uno skateboarder professionista, Lund iniziò a suonare la chitarra all’età di 13 anni. In seguito fondò un trio jazz e si esibì nei club locali. Lund ottenne una borsa di studio e frequentò il Berklee College of Music di Boston, dove si esibiva regolarmente al Wally’s Cafe. Nel 2002, Lund ricevette una borsa di studio della Fondazione Fulbright, che gli diede l’opportunità di trasferirsi a New York. Nel 2003, entrò nel programma di borse di studio jazz della Juilliard School e si diplomò nel 2005. Vinse il Thelonious Monk International Jazz Competition nel 2005. Lund si è esibito allo Smalls Jazz Club, alla Jazz Gallery, al Blues Alley, al Kennedy Center e al Jazz at Lincoln Center. Ha lavorato con Seamus Blake, Ingrid Jensen, Carmen Lundy, Wynton Marsalis, Eric Revis, Ron Carter, Mulgrew Miller e Maria Schneider.
Guidato dal chitarrista norvegese Lage Lund, riconosciuto per la sua tecnica impeccabile e il suo approccio espressivo e melodico, il trio rappresenta un equilibrio perfetto tra virtuosismo individuale e coesione di gruppo. Accanto a Lund, musicisti di altissimo livello: Orlando le Fleming al contrabbasso, con la sua capacità di costruire solide fondamenta ritmiche; e Jeff Ballard alla batteria, maestro indiscusso del jazz drumming mondiale. Il repertorio comprende sia composizioni originali di Lage Lund che rivisitazioni di standard jazz, proposte con un linguaggio musicale moderno e personale. Le performance del gruppo si caratterizzano per un dialogo costante e fluido tra gli strumenti, che permette di esplorare atmosfere diverse, dal lirismo più intimo a momenti di grande intensità ritmica.
Il chitarrista barese Guido Di Leone è erede del linguaggio e della poetica di Jim Hall. Dopo varie incisioni e tour che lo vedono al fianco anche di Peter Bernstein, propone con questo nuovo quartetto un repertorio ancor più improntato sulle composizioni di Hall e per la prima volta con l’aggiunta del sax di Barend Middelhoff, oltre a Giampaolo Laurentaci al contrabbasso e Adam Pache alla batteria.
Nel novembre del 1926, Tina Modotti scriveva: “Accetto il tragico conflitto tra la vita che cambia continuamente e la forma, che immutabilmente la fissa nel tempo”. Una creazione collettiva che, a partire da uno spunto compositivo, si arricchisce di improvvisazione sempre più radicale: è questa l’idea alla base della musica degli She’s Analog, tre musicisti che, insieme, contribuiscono a creare una tessitura sonora ricca e coerente, mescolando le singole voci dei loro strumenti. Le composizioni sono come architetture fragili e mutevoli: strutture piene di suggestioni che lasciano intuire uno spazio “altro”, interiore.
Il personalissimo linguaggio del trio è costantemente arricchito dalle differenti influenze e dal background dei singoli: la classica contemporanea, il jazz, il postrock, il minimalismo, la musica elettronica, tutti linguaggi che interagiscono dialetticamente, creando trame preziose e aprendo scorci su nuovi territori, sempre diversi, emozionali, mai astratti. Nel marzo del 2019 She’s Analog registra il suo primo disco (uscito nel 2020 su vinile per Auand Records) con il supporto tecnico e creativo di Dan Kinzelman e Renato Grieco (kNN). A Maggio 2025, esce il loro secondo disco per l’etichetta francese Carton e l’italiana Torto Editions.
Con alle spalle concerti in Italia e all’estero e il riconoscimento del 12 Points Festival, She’s Analog si conferma una delle voci più originali della nuova scena europea.







