Anche le festività natalizie del 2021 non saranno all’insegna della normalità. Nonostante promesse ed auspici, l’Europa intera è alle prese con la quarta ondata della pandemia e la grande contagiosità della variante Omicron ha fatto schizzare in alto la curva epidemiologica. Al punto che il direttore dell’Oms Europa Hans Kluge ha affermato: «una nuova tempesta sta arrivando in Europa con la variante Omicron. Entro poche settimane dominerà in più Paesi della regione, spingendo i sistemi sanitari già sotto pressione sull’orlo del baratro».

Parole apocalittiche, ma purtroppo veritiere dal momento che complessivamente le strategie europee di contrasto alla pandemia non sembrano aver dato i risultati sperati. A dire la verità non si può nemmeno parlare di strategie europee, dal momento che in Ue ogni Paese va in ordine sparso.
Radio Città Fujiko ha contattato diversi corrispondenti in giro per l’Europa per fare una ricognizione sulle restrizioni nei diversi Paesi per le festività natalizie.

Festività natalizie, la Germania conta di salvare il Natale e chiudere a Capodanno

Mentre in Italia la curva epidemiologica sta salendo, in Germania si registra il fenomeno opposto. Dai 75mila contagi di novembre, in tutta la nazione tedesca ieri i contagi si attestavano sui 38mila. Cionostante il governo tedesco, che ieri ha incontrato i presidenti dei diversi lander, ha deciso nuove restrizioni che entreranno in vigore dal 28 dicembre.
«Potremmo ricondurre le nuove restrizioni a questo slogan: salvare il Natale, chiudere il Capodanno», spiega ai nostri microfoni il giornalista Alessandro Ricci, che si trova a Berlino.

In particolare, anche se per il momento non sono previsti nuovi lockdown, dopo Natale verranno fortemente limitati gli incontri privati a meno di 10 persone, verranno chiuse le discoteche e i grandi eventi sportivi si svolgeranno senza pubblico. Il governo inoltre consiglia di effettuare un test prima di incontrare altre persone, soprattutto gli anziani.
«Queste regole varranno per tutti, non solo per i non vaccinati, ma anche per i vaccinati e i guariti», sottolinea Ricci.

Oltre a ciò, il neo-cancelliere Olaf Scholz ha prefigurato un possibile obbligo vaccinale da discutere in futuro, dal momento che la Germania presenta ancora un basso tasso di vaccinati, intorno al 70%.
In ogni caso, le restrizioni già in vigore in Germania sono più rigide di quelle italiane. In particolare, a parte supermercati e farmacie, è proibito entrare nei negozi se non si è vaccinati o guariti, così come nei ristoranti, nei pub o nei bar. In alcuni casi, riporta il corrispondente da Berlino, è necessario effettuare un tampone anche se si è vaccinati o guariti.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALESSANDRO RICCI:

Olanda, la scelta più radicale in Europa: lockdown

Nonostante una percentuale di vaccinati molto alta, pari all’85%, dal 19 dicembre l’Olanda è in lockdown. Si tratta del primo Paese in Europa a chiudersi di nuovo del tutto di fronte alla quarta ondata e ciò a fronte di 15mila contagi giornalieri, che incidono molto in una popolazione che non arriva ai 17,5 milioni di abitanti.
Fino a pochi giorni fa la variante Omicron incideva per il 25% dei nuovi casi nei Paesi Bassi, ma data la velocità del contagio la percentuale è destinata a salire.

Alla base della decisione drastica ci sarebbero i comportamenti irresponsabili tenuti dai cittadini negli ultimi mesi. Nel Paese infatti non venivano rispettate più le misure di distanziamento sociale e l’utilizzo obbligatorio della mascherina nei luoghi chiusi e affollati. Anche la campagna vaccinale per la terza dose sconta un grande ritardo, avendo coperto appena il 9% della popolazione.
«Dobbiamo intervenire ora per precauzione», ha detto premier olandese Mark Rutte annunciando la misura restrittiva che durerà almeno fino al 14 gennaio e comporta negozi, ristoranti, bar, cinema, musei e teatri chiusi, così come le scuole, e appena due ospiti esterni che si potranno ricevere in casa, ad eccezione del giorno di Natale.

Restrizioni in Francia simili all’Italia: l’invito alla prudenza

Dalla Francia il corrispondente Lorenzo Battisti ci racconta di restrizioni simili a quelle italiane adottate fino a questo momento. In particolare, per ciò che concerne le festività natalizie si hanno gli inviti dei prefetti a non effettuare feste di strada, che saranno contenute o probabilmente vietate. In particolare, Parigi ha già cancellato il Capodanno.
Il governo consiglia di effettuare test, in particolare per incontri e pranzi o cene di famiglia, mentre per i maggiorenni è stato abbassato a 4 mesi il tempo che deve trascorrere tra la seconda e la terza dose di vaccino.

Al momento è ancora possibile effettuare un tampone per avere il corrispettivo del Green Pass italiano, ma c’è un progetto di legge che verrà discusso prossimamente che punta ad introdurre l’obbligo vaccinale.
Per ora le restrizioni prevedono la chiusura di discoteche e luoghi dove si balla e l’obbligo di effettuare test qualora si arrivi da Paesi extraeuropei.

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Svezia, il Paese con le restrizioni più blande ma che si intensificano

Fin dall’inizio della pandemia la Svezia è stato il Paese con le restrizioni più blande, evocato spesso da chi in altre zone d’Europa non digeriva le misure adottate, come i lockdown. Tuttavia, riporta sempre Battisti, le restrizioni stanno aumentando anche nel Paese scandinavo. In particolare, negli incontri pubblici, come i concerti, con più di 500 persone è richiesto un pass vaccinale per accedere.

Dal 23 dicembre, inoltre, si potrà andare al ristorante solamente se sono disponibili posti a sedere distanziati dagli altri avventori, viene caldamente consigliato il lavoro a domicilio, in musei ed altri spazi pubblici l’accesso sarà consentito solo se sono disponibili 10 mq per ogni persona e gli eventi sportivi saranno annullati, ad eccezione di quelli professionistici.
Accanto a ciò, vengono avanzate anche ulteriori proposte, come l’effettuazione di un tampone della validità di 48 ore per chi entra nel Paese, l’accesso ai mezzi di trasporto pubblico solo qualora vi sia posto a sedere e un tetto di 50 persone negli incontri privati.

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Italia, domani la decisione della cabina di regia: Draghi non esclude il tampone

Nella conferenza stampa di fine anno tenuta questa mattina dal premier italiano Mario Draghi è stato ribadito che le decisioni per eventuali nuove altre restrizioni verranno assunte domani dalla cabina di regia.
«Ogni decisione che assumiamo è dettata esclusivamente dai dati, non dalla politica», ha sottolineato Draghi, che ha rinnovato l’invito a farsi somministrare il vaccino, considerato ancora lo strumento di contrasto alla pandemia, e non ha escluso l’introduzione dell’obbligo di tampone in luoghi come teatri, cinema e concerti.

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