Dopo la marea del 22 novembre a Roma, Non Una Di Meno chiama piazze da tutta Italia per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre.
A Bologna il corteo partirà alle 18 da piazza VIII Agosto e ha come punto di arrivo piazza Maggiore. Sulle pagine di Non Una di Meno Bologna sono indicati il percorso, i punti di decompressione e i servizi per rendere accessibile il corteo.
Contro violenza patriarcale e guerra: Non Una di Meno in piazza anche a Bologna
Le rivendicazioni sono le stesse della manifestazione di sabato scorso: diritto all’autodeterminazione dei popoli e dei corpi, per un’educazione sessuo-affettiva nelle scuole non condizionata dall’eteronormatività, a partire dalla scuola dell’infanzia fino all’università, contro la manovra finanziaria e contro il riarmo, per un’antiviolenza femminista e transfemminista, finanziata e libera dall’ideologia punitivista e confessionale.
La manifestazione arriva in un contesto in cui, anche nel nostro territorio, sono in aumento le richieste di aiuto ai centri antiviolenza. In Emilia Romagna le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza sono state 4958 dal 1 gennaio al 31 ottobre 2025, mentre i dati su Bologna ci dicono che nel 2024 sono state 1.289. Da gennaio a ottobre 2025, invece, i centri antiviolenza hanno accolto 931 donne.
Dati che, stando alla lettura delle operatrici, non indicano un aumento della violenza, ma un aumento dell’emersione della violenza di genere.
Alla luce delle numerose violenze, il governo applica un approccio punitivista facendo man forte sull’ergastolo per i colpevoli di femminicidio, ma ostacola la prevenzione bloccando l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole, subordinando l’argomento alle famiglie e snaturando la scuola pubblica del suo ruolo educativo al consenso e alle differenze.
Come scrive Non Una Di Meno nel suo appello alla manifestazione nazionale, «violenze, abusi e umiliazioni fanno parte dell’educazione sentimentale dei maschi italici da tempo», ne sono la dimostrazione i gruppi Facebook come Mia moglie o i siti Fika.net e Social Media Girls. Nonostante ciò l’approccio di Valditara rimane bigotto e autoritario.
Questo si lega al DL Disforia che limita ancora di più l’accesso ai farmaci per il percorso di affermazione di genere per le persone transgender: il provvedimento del governo in particolare punta a introdurre per la somministrazione dei bloccanti della pubertà l’autorizzazione del Comitato etico pediatrico nazionale, un registro dell’Aifa per monitorare la prescrizione e il rilascio dei medicinali sono da farmacie ospedaliere. Presentata come una misura di tutela, gran parte delle associazioni la vede come l’ennesima manovra che mina ai diritti delle persone transgender.
Un’altra delle parole chiave del movimento è il no alla guerra, al nazionalismo e al suprematismo che caratterizzano la destra al potere e che si concretizzano in particolare nel genocidio in Palestina.






