Nel giorno d’inizio dei lavori del Crealis, il filobus che sostituirà il Civis, il Comitato No People Mover torna in piazza per reclamare il diritto alla mobilità per cittadinanza e lavoratori, e rilancia l’idea di un sistema ferroviario metropolitano.
Diritto alla mobilità: Ribadito il no al People Mover
“Il Mose di casa nostra“. Definiscono così il People Mover, la grande opera al centro delle polemiche da anni, gli attivisti del Comitato No People Mover. “Il problema -dice Vanni Pancaldi del Comitato- è il concetto stesso di diritto alla mobilità, un diritto che va esteso alla cittadinanza e ai lavoratori. Nonostante due progetti falliti, come la metro e il Civis (quest’ultimo per un danno erariale che si aggira intorno ai 90 milioni di euro), si continua a insistere su un’opera (il People Mover, ndr), che vede adesso, stando a quanto dicono i giornali, 8 persone in odore d’indagine. Sembra una sorta di accanimento terapeutico.”
Pancaldi ha una valida alternativa alla navetta che dovrebbe collegare la stazione con l’aeroporto. “Bisogna puntare sul servizio ferroviario metropolitano. C’è già pronta una stazione “al grezzo” che -spiega Pancaldi- se completata potrebbe già collegare l’aeroporto. Il servizio metropolitano ferroviario collegherebbe, inoltre, anche gli ospedali Sant’Orsola e Maggiore.” La riflessione di Pancaldi è semplice. In un contesto di spending review, con la razionalizzazione dei presidi ospedalieri, i due ospedali di Bologna aumenteranno esponenzialmente il proprio bacino d’utenza. I No People Mover rivendicano insomma, il riconoscimento di un vero diritto alla mobilità, che passi per un’opera che serva davvero alla città, e non attraverso opere che sono “accompagnate endemicamente da fenomeni di interesse della magistratura e che sono grandi opere corruttive“.
L’attivista non lesina critica, infine, all’assessore alla mobilità, Colombo, che avrebbe liquidato con un “è tutto risolto”, la questione People Mover, che aveva visto l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici bloccare la grande opera. “Nulla è risolta -conclude Pancaldi- a differenza di quanto dice Colombo, siamo ancora in attesa di una sentenza del Tar.”