E’ uscito il 16 aprile per Garrincha e Manita Dischi, Le Endrigo, 10 tracce che cambiano direzione dai due album precedenti della band bresciana.
L’album contiene 10 tracce registrate e prodotte da Nicola Hyppo Roda (Keaton) con la sapiente guida di Virginia Faraci (che li accompagna anche come fonica live) al mitico Donkey Studio di Medicina.
Ne abbiamo parlato un paio di settimane fa con Gabriele Tura, voce della band, in un’intervista ricca di spunti interessanti in cui ci ha raccontato anche la scelta di aggiungere un articolo determinativo femminile plurale davanti al nome che li aveva contraddistinti fino ad ora.
Ma non c’è stato solo il cambiamento di nome, ben spiegato nel manifesto che descrive le intenzioni della band, c’è anche un cambiamento di rotta dal punto di vista musicale.
Insomma, se con Ossa Rotte Occhi Rossi (2017) e Giovani Leoni (2018) il trio ci aveva abituato ad una certa aggressività musicale, ai “200 chili di chitarra distorta” e ritmi veloci quasi punk, il nuovo album è molto diverso.
Nelle 10 tracce del nuovo album si alternano alcuni pezzi più carichi come Un lunghissimo errore 43 secondi velocissimi e punk o Smettere di Fumare in cui si sente molto l’impronta che la band ha sempre dato alla musica.
Alle chitarre distorte si aggiunge però il pianoforte, come nella canzone di apertura, quasi straziante nella sua malinconia. L’album si chiude con un pezzo corale in cui la band pare rubare la voce a Lorenzo Kruger affrontando tonalità molto più basse del solito.
Questo è quanto dicono loro sui vari pezzi: Non son capace per chi vuole una canzone triste senza consolazione per farsi ancora un pò male. Cose più grandi di te per raccontare quello che siamo stati e non vogliamo essere mai più, maschi che gonfiano il petto perché gli è stato insegnato così. Anni Verdi per provare a fare pace con il tempo gettato.
Stare Soli per chi ama troppo voracemente e vorrebbe digerire nascosto dal mondo. Smettere di fumare per tutte le false promesse che giuriamo solennemente di non mantenere. Un lunghissimo errore per riassumere i nostri anni di viaggio in quaranta secondi.
Infernino per chi deve guardare chi ama perdere in continuazione, rialzarsi e perdere ancora. E non lo lascia. Standard Rock per chi ci ascoltava prima e ora è deluso per chi ci ascoltava prima e ora è deluso. E gli vogliamo bene.
Il cazzo enorme di chi suona per chi si è sentito Dio solo perché è salito su un palco senza capirci nulla. Tipo noi. Korale per chi è costretto a tuffarsi nel Mediterraneo con la propria vita in spalle. Che spesso pesa troppo per restare a galla. Questo brano che chiude l’album vede la partecipazione di ragazzi provenienti da vari paesi africani che hanno prestato la loro voce ad un pezzo bellissimo.
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