Ci sono anche l’attivista per i diritti umani Patrick Zaki e il rapper Inoki tra i firmatari dell’appello contro la partita di basket prevista per il prossimo 21 novembre al PalaDozza di Bologna. A scendere in campo dovrebbero essere la squadra di casa, la Virtus, e la Maccabi Telaviv, una squadra israeliana.
In scia alle iniziative di boicottaggio del Giro ciclistico dell’Emilia, che aveva portato la squadra israeliana a ritirarsi, e alle contestazioni per la partita del 14 ottobre tra le nazionali di calcio di Italia e Israele a Udine, ora anche a Bologna viene chiesto che la partita venga cancellata e non si presti il fianco allo sport washing di Israele, uno Stato artefice di un genocidio.
L’appello per il boicottaggio della partita con Maccabi Tel Aviv
Il nome del Maccabi Tel Aviv è circolato molto in Europa, al punto che Paesi come l’Olanda e la Gran Bretagna hanno proibito alla tifoseria israeliana di assistere alle partite della squadra. Ciò è avvenuto dopo quanto accaduto circa un anno fa nella capitale olandese, dove hanno urlato cori anti-arabi per le vie della città e strappato bandiere palestinesi. Poi, durante la partita, hanno fischiato il minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione di Valencia.
Quello di Amsterdam è solo l’ultimo episodio. Ad Atene, nel marzo 2024, gli ultras del Maccabi avevano aggredito in gruppo una persona di origini egiziane a Piazza Syntagma. La sua unica colpa sarebbe stata quella di indossare una kefiah. E l’elenco delle scorribande è molto più lungo.
Gli episodi riguardavano il calcio, in particolare il gruppo ultras Maccabi Fanatics, conosciuto per la loro sua alla violenza e l’ideologia di estrema destra, che l’avvicina alla ben più famosa Familia del Beitar Gerusalemme. In origine, la squadra di Tel Aviv era espressione, come tutti i club denominati Maccabi, del movimento sionista conservatore.
«In un’informativa di pochi giorni fa – ricostruisce ai nostri microfoni Giacomo Marchetti, giornalista di Contropiano – è emerso che nella tifoseria ci sono almeno 200 riservisti dell’Idf, quindi non giocare la partita è anche una questione di sicurezza pubblica».
A lanciare e firmare l’appello contro la partita sono le realtà che hanno dato vita al movimento “Blocchiamo tutto”.
Pochi giorni fa hanno tenuto una conferenza stampa nel cortile di Palazzo D’Accursio per chiamare in causa il Comune di Bologna, chiedendogli di boicottare l’industria farmaceutica Teva, la società Alstom che sta realizzando le infrastrutture del tram e di non concedere, appunto, il PalaDozza, palazzo dello sport di proprietà pubblica, per la partita Virtus – Maccabi Tel Aviv.
A differenza del Giro dell’Emilia, dove era stata anche l’Amministrazione comunale a chiedere l’esclusione della squadra ciclistica israeliana, la giunta Lepore finora non si è espressa sulla partita di basket e il rischio è che si svolga in una città militarizzata.
Il movimento “Blocchiamo tutto” ha già annunciato per il 21 novembre, giorno in cui si dovrebbe disputare il match, un presidio in piazza Maggiore. Qualora la partita venisse confermata, ha chiesto anche ai tifosi della Virtus che si recheranno al PalaDozza di esporre bandiere israeliane e di manifestare il proprio sdegno.
ASCOLTA L’INTERVISTA A GIACOMO MARCHETTI:







