Inauguriamo la nuova rubrica Meet The Locals, dedicata alla storia dei locali che hanno fatto la storia della musica a Bologna (si c’è una ripetizione, lo so, mi piaceva).
La prima scelta ricade sul Covo club, che già se lo cercate online riporta “You heard it first! Since 1980”. Repeat, 1980, per intenderci ha scavallato i tanto temuti 40 anni umani, che per i locali invece sono un grandissimo vanto. E infatti quest’anno spegne ben 45 candeline.
Meet The Locals: il Covo Club
Il Covo per come lo conosciamo, locale di quasi periferia e muri neri, vicino alla tangenziale e sopra una scuola (per crescere bene le future generazioni), ce lo ha raccontato Marco Cantelli. Raggiunto al telefono Marco, il direttore artistico del Covo, ci regala una bellissima chiacchierata, specificando che lui al locale, proprio come noi, ci è andato che c’era già, perchè c’è stato un ricambio generazionale, ma non di identità. O non del tutto.
Agli arbori il Covo club nasce in un epoca buia, come i suoi muri: anni ’80, periferia (allora lo era), tanti problemi di droga tra i giovani e meno alternative di oggi, meno posti dove stare assieme. Con questa vocazione diremmo sociale viene fondato dapprima il circolo Il Casalone e poi le sale nere abbarbicate sopra le scale scure. Tutto scuro, una tana, un Covo appunto.

Nel tempo la città cambia, ma il Covo forse un po’ meno: continua ad ospitare band speciali, delle chicche che non troverete da altre parti (è proprio vero che se li avete sentiti, è quasi sicuramente stato li). Come ci dice Marco Cantelli forse quello che cambia è la fruizione musicale: il Covo è sempre meno tana e sempre più di passaggio, una toccata e fuga a live, senza soffermarsi al ber, a conoscere, a condividere.
Ma dopotutto non è solo un questione “personale”, il Covo vive in una città che come ricorda Marco è molto viva, molto ricca di musica, di spazi, di nuove leve. Parallelamente la questione del vivere a pieno un live, prima, dopo, durante, nel parcheggio, nel bagno, al bar, è una mutazione legata al tempo, non allo spazio.
Il Covo però tiene a mente questa idea, e invita, tramite la voce di Marco, a ricordarla anche noi: scoprire, condividere, lasciarsi stupire.
Lo dice anche sul sito:
Al centro del Covo Club ci sono le persone che ogni anno scelgono di fare parte di un ambiente unico, con una programmazione culturale sfaccettata e di qualità e con, nell’aria, una voglia di sorridere, divertirsi ed essere presi bene davvero ineguagliabile.
La telefonata è stata lunga, difficile riassumere tutto in qualche riga, così come lasciare che attraverso i caratteri arrivi quello che davvero questo locale ha fatto e speriamo farà, per altri 45 anni! Ascoltate la chiacchierata integrale qui:







